CASAL DI PRINCIPE – Condannato alla pena di un anno di isolamento diurno, essendo stato gia’ condannato in via definitiva nel processo Spartacus I, il boss del clan dei Casalesi Antonio Iovine detto “o’ ninno”, detenuto al carcere duro a Badu e’Carros. Questa la decisione dei giudici collegio C

della prima sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – presidente Gianpaolo Guglielmo, a latere Luigi D’Angiolella e Tommaso Perrella – al termine della lettura del dispositivo di sentenza per 80 imputati, familiari, imprenditori collusi e affiliati, nel maxi processo che si e’ chiuso nell’aula bunker del carcere di Santa Maria, a tre anni dall’inizio, dopo cinque ore di camera di consiglio. I giudici hanno condannato anche la moglie di Iovine, Enrichetta Avallone, alla pena di otto anni di reclusione. Condannata anche la sorella del boss, Anna, alla pena di tre anni e quattro mesi, mentre e’ stato assolto il fratello Giuseppe da tutti i reati. Inflitte condanne anche ai nipoti e cognati del capo del clan: Oreste Iovine a tre anni, Filomena e Francesca Iovine a due anni e Rosanna De Novellis, vedova di Carmine Iovine, fratello del boss ucciso in un agguato a otto anni e sei mesi. Quattordici anni di carcere, invece, sono stati inflitti a Renato Grasso, il re della distribuzione dei slot machine, dichiarato dai giudici delinquente abituale e condannato con pene accessorie alla colonia agricola per tre anni. E’ stata dichiarata la improcedibilita’ per precedente condanna per Michele Zagaria, catturato il 7 dicembre scorso a Casapesenna, suo paese di origine, dopo 16 anni di latitanza. Assolto Massimiliano Grassi, imprenditore difeso dagli avvocati Diana e Garofalo, che si era visto confiscare i beni di Aversa. Condannati, invece, i fratelli Armando e Giuseppe De Chiara, imprenditori nel settore della lavorazione del marmo, alla pena di 5 e 3 anni.

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