Circa duecento immigrati del Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta hanno occupato, all’interno del palazzo municipale, la sala che si trova all’esterno sia del Consiglio comunale che degli uffici del sindaco Pio del Gaudio. I manifestanti protestano contro il distacco dell’energia elettrica eseguito ieri dall’Enel, su ordine del Comune di Caserta, al Centro sociale ex Canapificio dove ha sede il movimento Migranti, la cui struttura è di proprietà comunale

“Ho dato ordine all’Enel di interrompere l’erogazione dell’elettricità al Centro sociale ex Canapificio sede del Movimento Migranti e Rifugiati perchè il Comune di Caserta, ente in dissesto, non può permettersi di pagare la corrente agli immigrati così come ad altre associazioni”. È quanto ha dichiarato il sindaco Pio Del Gaudio commentando l’occupazione di una sala del Comune da parte di duecento immigrati. Del Gaudio, assente in questo momento dal Comune, preannuncia denunce ai vertici del Centro sociale. “Non sono ricattabile né dagli italiani né dagli immigrati” dice infuriato spiegando che la struttura sede del Centro sociale “è di proprietà della Regione e una passata amministrazione comunale di Caserta firmò una convenzione per il pagamento dell’elettricità. Quell’accordo è scaduto” conclude.

Il blocco dell’erogazione dell’energia al Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta ha interrotto le attività di sportello informativo a favore degli immigrati e quelle relative al progetto di accoglienza Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati) di cui lo stesso Comune è partner. Il Centro sociale è ente gestore e sede legale del progetto Sprar. “Il Comune ci deve ancora 90mila euro per lo Sprar – denuncia Imma D’Amico del Centro sociale ex Canapificio – e in questi anni nonostante tutto siamo andati avanti con le varie attività previste, come i corsi di alfabetizzazione, di orientamento lavorativo ma anche l’assistenza prettamente materiale e sanitaria ai rifugiati. Ma senza elettricità non possiamo chiaramente svolgere alcun servizio. Il Comune inoltre non ci ha mai avvisato dell’intenzione di interrompere l’erogazione. Questa è una grave mancanza di rispetto” conclude.

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