Una faccenda dalle tante implicazioni tecniche e giuridiche, ma che racconta come il nostro sistema sia al collasso e alla schizofrenia. Da un lato l’appello dei prefetti e delle autorità ecclesiastiche, civili e militari ad essere tolleranti e solidali dall’altra procedure spietate contro chi non è nemmeno moroso. Questi cittadini , queste famiglie, “chiedono solo di poter stipulare regolari contratti di locazione, così come abbiamo fatto presente all’attuale prefetto”, scrive nel blog personale l’avvocato Luca Di Majo, che da docente di diritto costituzionale nelle Università di Bologna e Urbino è da sempre attento studioso dei diritti fondamentali della persona umana. Gli avvocati Giorgio e Luca Di Majo seguono con il loro studio la spinosa faccenda da anni con spirito di assoluta solidarietà. “Specifico che non si tratta di morosità, ma di provvedimenti dell’autorità giudiziaria emessi a seguito della richiesta della società Project management Cedim poichè il comune dovrebbe acquisire la palazzina – ha spiegato l’avv. Luca Di Majo -. A dire dell’avv. Pugliese, che ha rappresentato in giudizio la società in questione, sono stati stanziati dalla regione – e ivi giacciono per incuria degli amministratori e dei dirigenti – dei fondi destinati a questa emergenza che sono ancora bloccati. Gli stessi occupanti hanno chiesto più volte ,assistiti dal nostro studio ,di stipulare regolari contratti di locazione tenuto conto del quartiere Parco Primavera che è destinato al “sociale” e delle condizioni disagiate di queste persone, la maggior parte disoccupate e/o affette da grave disabilità.” Si corre il rischio, ora, che gli stessi che hanno fatto ostruzionismo a qualsiasi iniziativa non per ideologia, ma per partito preso, oggi cavalchino l’onda del disagio di altri solo per crearsi una visibilità altrimenti impossibile da conquistare. La vicenda ha dell’incredibile, denuncia l’assenza di volontà di porre rimedio ad un’ingiustizia sociale. Si tratta di abitazioni che dovrebbero essere cedute al Comune, ma sfitte… e allora è accaduto che il Comune di Caserta, nelle sue diverse amministrazioni, avrebbe dovuto acquisire, con risorse stanziate dalla regione, dalla ditta Cedim queste abitazioni per destinarle ad un uso sociale e non certamente speculativo.
Stefania Modestino