Oltre 100 persone, tra cui molti bambini, hanno sfilato questa mattina in corteo per le strade di Caserta per protestare contro la paventata chiusura dello Stadio del Nuoto, struttura ubicata in via Laviano di proprietà della Regione ma gestito dalla Provincia di Caserta attraverso la società Agis. L’impianto è destinato a chiudere dal prossimo dodici luglio per i gravi problemi finanziari della Provincia, che già da mesi non effettua la manutenzione di strade e scuole superiori del Casertano e non paga gli stipendi agli oltre 400 dipendenti (tre le retribuzioni arretrate); come in un domino, ora anche la struttura con la piscina olimpionica, riferimento per i cittadini di Caserta e dell’hinterland, potrebbe interrompere le attività visto che l’Ente non ha i fondi per provvedere agli interventi di manutenzione per un totale di 182mila euro, di cui 62mila solo per opere antincendio richieste quasi sei mesi fa dai Vigili del Fuoco. Da giorni, ai cancelli dell’impianto sono affissi striscioni con la scritta “non chiudete la nostra piscina”; sono state anche raccolte quasi duemila firme per una petizione da inviare al presidente della Regione Vincenzo De Luca. A manifestare stamani soprattutto responsabili e dipendenti delle associazioni sportive che svolgono i corsi di nuoto, mentre gli addetti alla struttura sono in organico alla Regione, da cui ricevono la retribuzione. Oggi intanto nel pomeriggio il presidente della Provincia Silvio Lavornia e il sindaco di Caserta Carlo Marino incontreranno De Luca per provare a risolvere la questione.Un’ipotesi è quella di accedere per lo Stadio del Nuoto ai fondi per le Universiadi 2019, parte dei quali sono già stati assegnati ad altri due impianti sportivi di Caserta, ovvero lo Stadio Pinto e il Palavignola. Mercoledì invece si riunirà il Consiglio Provinciale che proverà ad approvare l’esercizio di bilancio provvisorio per poter poi utilizzare i 10 milioni di euro stanziati dal Governo per la Provincia di Caserta. I soldi serviranno prima di tutto a pagare gli stipendi dei dipendenti provinciali, quindi l’azienda che svolge le pulizie negli uffici dell’Ente; l’attività di sanificazione dei locali è ferma da mesi, tanto che la situazione igienico-sanitaria nel Palazzo della Provincia è al collasso, e il dirigente responsabile ha disposto la chiusura dal 30 giugno prossimo se gli ambienti per quella data non saranno ripuliti.

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