Castel Morrone: Il Comune di Castel Morrone ha la meglio sul ricorso presentato, innanzi al Tar Campania, dal Consorzio Idrico Terra di Lavoro con il quale lo stesso consorzio ha chiesto l’annullamento della Deliberazione di Consiglio Comunale n. 11 del 06 giugno 2014 con la quale l’Ente morronese ha aderito alla società Acquedotti S.c.p.a. Una vittoria quella dell’Amministrazione Comunale di Castel Morrone, decretata dal Tar Campania con l’ordinanza n. 1735, e motivata, come richiesto dall’avvocato Francesco Pannone, difensore del Comune, dalla nullità della procura conferita dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio Idrico Terra di Lavoro, cessato dalla carica nel luglio 2011 ed in regime di prorogatio. Rigettato anche il ricorso “ad adiuvandum” presentato dai dipendenti dello stesso Consorzio Idrico in quanto, come evidenziato nella nota di comparsa presentata al Tar dal Comune sia “il ricorso introduttivo e l’atto di intervento ad adiuvandum sono altresì inammissibili ed improponibili per acquiescenza agli atti che hanno preceduto l’adozione della delibera n. 11 del 06.06.2014 Consiglio Comunale di Castel Morrone ed in ogni caso tardivi. Invero il CITL era a conoscenza dell’esistenza della società mista e delle modalità di costituzione almeno dal 2009, anno in cui a seguito di valutazioni di legittimità ed opportunità, aveva persino deliberato in assemblea consortile di cui faceva parte il Comune di Castel Morrone l’acquisto delle quote della società Acquedotti SCPA e l’affidamento gestione utenze private e reti idriche”. Una vittoria a tutto tondo quella ottenuta dal Comune di Castel Morrone e dal Sindaco Pietro Riello su un Consorzio Idrico che questa volta è proprio il caso di dirlo ha fatto un “buco nell’acqua”.