Cerimonia a Castel Volturno (Caserta), al chilometro 43 della Statale Domiziana, per il settimo anniversario della strage di San Gennaro, in cui rimasero uccisi, ad opera di Giuseppe Setola e del suo gruppo di fuoco organico al clan dei Casalesi, sei immigrati ghanesi. Kwadwo Owusu Wiafe, Ibrahim Alhaji, Karim Yakubu (detto “Awanga”), Kuame Antwi Julius Francis, Justice Sonny Abu, e Eric Affun Yeboah morirono all’istante, vittime innocenti della furia razzista e terroristica, come riconosciuto con sentenza definitiva dalla Cassazione, di Setola e soci; l’unico sopravvissuto, Joseph Ayimbora, la cui testimonianza fu decisiva nell’identificare i responsabili, è morto nel febbraio 2012 per cause naturali. Ad organizzare la cerimonia il Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta, la Caritas, la Fondazione Migrantes, i padri Comboniani Missionari, gli attivisti del centro sociale “Ex Canapificio”, che hanno espresso rammarico perché “anche le foto dei ghanesi uccisi da Setola avrebbero dovuto campeggiare sulla facciata della Reggia di Caserta accanto alle altre vittime della criminalità. Purtroppo, senza voler fare alcuna polemica con gli organizzatori, a sette anni dalla strage fatica a trovare spazio nella memoria collettiva la consapevolezza che anche i sei ghanesi siano stati vittime innocenti del clan”. Presenti numerosi immigrati di Castel Volturno che hanno chiesto risposte più incisive sul fronte dell’integrazione visto che ancora oggi migliaia di loro, dopo sette anni dall’eccidio, vivono in situazioni di degrado e di irregolarità, privi di documenti e costretti a lavorare con stipendi bassi e senza alcun riconoscimento. Alla commemorazione c’erano inoltre gli studenti dell’Isiss di Castel Volturno, del liceo Classico Giordano Bruno di Maddaloni, dell’Isiss Enrico Mattei di Caserta e gli alunni dell’Istituto artistico di San Leucio, che nei giorni scorsi hanno ridipinto la stele sistemata nei pressi della sartoria etnica dove avvenne la strage.

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