Una confisca da dieci milioni, un sequestro da duecento con sigilli anche ad un parco di divertimenti. Doppio colpo ai clan della camorra, ma il procuratore di Napoli avverte: se continueranno a tagliarci i fondi operazioni come queste non saranno più possibili. La confisca è stata disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di beni dell’imprenditore Luigi Tamburrino, imparentato con il boss dei casalesi Francesco Bidognetti e condannato due anni fa per estorsione aggravata dal metodo mafioso; a notificare il decreto sono stati gli uomini della Dia.
Entra definitivamente nella disponibilità dello Stato, tra l’altro, la concessionaria Tamburrino motors, che risulta, per volume d’affari e numeri di vendite, la più importante concessionaria di motociclette Honda in Campania. Contemporaneamente, a Tamburrino è stato notificato l’obbligo di dimora nel Comune di residenza per due anni. Il sequestro di beni colpisce invece il clan dei Mallardo, attivo nel Comune di Giugliano e alleato del gruppo dei casalesi. L’operazione è del nucleo di polizia tributaria di Roma; tra gli immobili cui sono stati apposti i sigilli c’è un parco di divertimenti molto noto in provincia di Napoli, Girabilandia, con giostre, gonfiabili e mini campi di calcetto. Uno strumento formidabile, ritengono gli investigatori, per ripulire il denaro proveniente da traffici illeciti. Proprio in questi giorni il sito internet del parco pubblicizza la serata che lunedì prossimo sarà dedicata alla festa di Halloween. Sequestrati anche una concessionaria a Fondi (Latina) e un’impresa edile a Crevalcore (Bologna): la conferma, secondo gli investigatori, che il clan è riuscito a diversificare ed estendere ad altre regioni italiane i propri interessi economici. Commentando il sequestro, il procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico ha sottolineato come la giustizia potrebbe autofinanziarsi, togliendo risorse ai clan per reimpiegarle nel contrasto all’illegalità. Nel corso dell’operazione è stato arrestato l’imprenditore Gennaro Delle Cave, mentre altre 22 persone sono indagate a piede libero. Delle Cave è ritenuto un prestanome del clan Mallardo, al quale – scrive nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Alessandro Buccino Grimaldi – “venivano fittiziamente intestati plurimi enti di diritto in cui venivano investiti gli ingenti profitti derivanti dalle attivit… precipuamente criminose realizzate dagli affiliati al gruppo delinquenziale” dei Mallardo. Fondamentali per l’inchiesta sono state le intercettazioni telefoniche, grazie alle quali gli investigatori hanno ricostruito i rapporti tra l’imprenditore e i vertici della cosca.