Sette persone, tra cui il dirigente del settore Ambiente della provincia di Caserta, tre ufficiali dell’esercito e due geologi sono agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della procura di Napoli sulla gestione durante l’emergenza in Campania del sito di discarica Ferrandelle nel comune di Santa Maria La Fossa, nel casertano.
Le ipotesi di reato contestate sono di concorso in disastro ambientale, truffa aggravata ai danni dello Stato e falsita’ ideologica in atti pubblici. Sequestrati inoltre a titolo preventivo a due imprenditori coinvolti beni per 3 milioni di euro.
Nel mirino della giustizia sono finiti: il colonnello Salvatore Bernardo, attualmente in congedo e già responsabile del procedimento del sito di stoccaggio di Ferrandelle; il tenente colonnello Giovanni Capasso, progettista e impiantistica del sito; il tenente colonnello, ingegnere Franco Salomone, già direttore dei lavori della discarica; il geologo Giuseppe Antonio Diplomatico; l’architetto Paolo Madonna, già rappresentante del Consorzio Ce2, attualmente dirigente del settore ambiente, ecologia e gestione rifiuti della Provincia di Caserta; il geologo Andrea Piccirillo e l’architetto Biagio Vagliviello, già rappresentante del Consorzio Ce2, attualmente custode giudiziale del sito di stoccaggio.
Paolo Madonna, in passato ai vertici del Consorzio di bacino Ce2 e dirigente di un settore della Provincia di Caserta, dicono le indagini del Noe casertano relative al periodo 2008-2012, insieme agli altri arrestati, tra cui Biagio Vagliviello gia’ rappresentante dello stesso Consorzio e ora custode del sito di stoccaggio di Ferrandelle, per la bonifica del quale sono stati stanziati 10 milioni di euro, ciascuno nell’ambito delle sue competenze, ha intenzionalmente ignorato la presenza di una falda acquifera superficiale nel sito sia in fase di progettazione sia di costruzione delle piattaforme su cui furono depositati i rifiuti raccolti nelle strade della Campania, attualmente ancora da svuotare. Inoltre consentendo l’utilizzo del sito che insisteva in un’area dove era vietata la realizzazione di impianti di questo tipo perche’ inserita in quelle a rischio alluvioni. Le piattaforme in calcestruzzo e geomembraba in Hdpe che avrebbero dovuto impedire l’inquinamento del suolo si sono deteriorate rapidamente, lacerando i teli sottostanti di impermeabilizzazione e facendo penetrare nella falda il percolato formatosi nell’immondizia stoccata. A Ferrandelle inoltre furono smaltiti pneumatici, fusti di olio, elettrodomestici, cioe’ non solo i rifiuti solidi urbani previsti. La truffa ai danni dello Stato e’ stata commessa erogando somme per oltre 3 milioni da fondi dell’allora commissariato governativo per l’emergenza in favore della Simont spa, che ha realizzato le opere progettate da un tenente colonnello dell’esercito con lavori diretti da un altro tenente colonnello. Del procedimento era responsabile un colonnello. Tutti e tre i militari sono ai domiciliari mentre per gli imprenditori Montagna il gip ha disposto il sequestro di somme per equivalente.