SANTA MARIA CAPUA VETERE – Restano in carcere Manlio Spagnuolo, di 26 anni, e Francesco De Santi, di 24, accusati dell’omicidio di Agnese Maria Coscia, di 62 anni, madre di Spagnuolo, uccisa con oltre trenta coltellate nel salotto della sua abitazione a Maddaloni (Caserta) nella notte tra giovedì e venerdì scorsi.
Lo ha deciso in serata il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Giuseppe Meccariello che ha emesso, su richiesta del pm Silvio Marco Guarriello, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei riguardi di entrambi per omicidio e rapina aggravata in concorso. Il Gip ha ravvisato la sussistenza del pericolo di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato; non ha ritenuto invece concreto il pericolo di fuga per cui non ha convalidato il fermo dei due indagati disposto sabato notte dal pm dopo la confessione resa dai due in Questura a Caserta. Nel corso degli interrogatori dei due indagati sono emerse discordanze rilevanti sulle modalità di partecipazione all’omicidio. De Santi, difeso dall’avv. Bernardino Lombardi, pur ammettendo di essere entrato in casa dell’amico per prendere soldi per acquistare della droga, ha negato di aver preso parte all’omicidio addebitando ogni responsabilità a Spagnuolo; quest’ultimo – ha riferito De Santi – avrebbe ucciso la madre mentre dormiva sul divano del salone. La donna dunque, nella versione fornita oggi da De Santi non si sarebbe svegliata accorgendosi della presenza dei due ragazzi, così come raccontato da Spagnuolo sabato notte in Questura. De Santi ha poi dichiarato di aver assecondato per paura di eventuali reazioni le richieste di Spagnuolo di simulare una rapina. Spagnuolo, assistito dall’avv. Angelo Raucci, ascoltato per quasi tre ore, ha invece confermato di aver ucciso la madre con oltre trenta pugnalate con l’aiuto dell’amico. “Quando mia madre si svegliò – ha detto nella confessione resa in Questura – Francesco le mise un cuscino in faccia, lei si divincolò e mi guardò negli occhi; a quel punto ho perso la testa, così mentre Francesco la teneva ferma io la colpivo con i coltelli presi in cucina”.