Ieri 3 luglio si è celebrata la prima udienza del processo a carico di Donkor Malik – Giudice Monocratico Dott.ssa Stadio del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – che lo vede imputato per appropriazione indebita in danno dell’associazione che oggi ritualmente si è costituita parte civile. Il Centro Sociale ex Canapificio presentò denuncia dopo aver scoperto che l’operatore sociale, impiegato nel Progetto SPRAR, aveva stabilito dei rapporti di assoggettamento tali per cui i beneficiari accolti nello stesso progetto, richiedenti asilo e rifugiati, erano tenuti a dare parte della loro spesa settimanale, o delle spese relative al vestiario, all’operatore verso il quale l’associazione aveva riposto fiducia. Gli stessi beneficiari si erano resi conto che quell’agire costituiva un’anomalia rispetto alla conduzione complessiva del progetto. Oltre alle formalità preliminari il giudice ha anche aperto il dibattimento e si è proceduto con attività istruttoria; in particolare ha deposto Fabio Basile, legale rappresentante dell’associazione la cui denuncia ha determinato l’insorgenza del procedimento. Il processo è stato rinviato per la escussione degli ulteriori testi della pubblica accusa alla data dell’8 aprile 2020. Basile ha riferito sulle circostanze e i fatti verificatisi che sono consistiti in un’appropriazione indebita di spesa alimentare e vestiario sottratta ai beneficiari del progetto Sprar, verso i quali Donkor aveva instaurato un clima di nonnismo. Il comportamento di Donkor è aggravato dal fatto che il presidente Basile ed altri soci ed operatori nutrivano profonda fiducia in lui, fattore del quale si è approfittato nel compiere in essere gli eventi delittuosi per i quali è sotto processo. Basile ha tenuto a specificare che al tempo, dopo aver sospeso il Donkor e concessogli la possibilità di ammettere i fatti compiuti davanti all’evidenza oggettiva, ha però negato, costringendo Basile al licenziamento ed alla denuncia dei fatti, anche al fine di tutelare interessi superiori dello Stato in quanto il progetto Sprar è finanziato con fondi pubblici dello stato italiano. Questi i fatti a seguito dei quali Donkor, congiuntamente alla moglie, ha poi denunciato 7 operatori del Progetto SPRAR: una vendetta rispetto alla quale nutriamo piena fiducia nel lavoro della Magistratura che è ancora nella fase di indagine preliminare.
E’ importante sottolineare anche il coinvolgimento, nel processo contro Donkor, dei beneficiari accolti nel progetto di accoglienza che ne hanno subito le vessazioni. E’ un importante segnale di cittadinanza attiva, soprattutto perché trattasi di persone che nei loro paesi di origine, di fronte a soprusi familiari, tribali o talvolta statuali, non hanno avuto accesso alla giustizia. La loro partecipazione implica invece una fiducia nelle nostre istituzioni.