CASAL DI PRINCIPE – Potrebbe trattarsi di un colpo su commissione, forse ordinato da gang legate alla malavita a caccia di armi “pulite”, quello messo a segno l’altro ieri sera nell’abitazione di un dipendente dell’Asl a Casal di Principe. Ma al momento è solo un’ipotesi, anche se tutt’altro che remota.
Nel mirino di una banda ben organizzata di malviventi è finita la casa di Francesco Martino, 54 anni, che lavora come impiegato presso l’ospedale “Moscati” di Aversa. Secondo quanto si è appreso i delinquenti si sono impossessati di due fucili calibro 12 da caccia, di circa 2mila euro in contanti ed oggetti in oro per un valore ancora da quantificare. I malviventi hanno approfittato dell’assenza dell’uomo, che si trovava al lavoro, per entrare in azione, indisturbati, nell’abitazione di via Leonardo da Vinci a Casale, tra le 18 e le 20. La vittima del raid al ritorno a casa, intorno alle 21, ha notato che il cancello in ferro che dà accesso alla casa era stato forzato. Si è precipitato nella sua “dimora” ed ha notato subito che l’armadio , dove custodiva armi e risparmi, era stato “violato”, probabilmente con la fiamma ossidrica. Immediatamente si è rivolto alla polizia e sul posto è giunta una volante del commissariato di Aversa che, dopo il rituale sopralluogo, ha dato inizio alle indagini finalizzate all’identificazione degli autori del colpo. Un colpo da “professionisti”, non c’è che dire. E’ possibile che abbiano studiato, nei giorni scorsi, le abitudini dell’uomo per poi entrare in azione quando erano lontani da “occhi indiscreti”. I fucili erano regolarmente detenuti, vista la passione per la caccia del cinquantaquattrenne ed erano “posizionati” all’interno di un armadio blindato: quindi per lui non c’è alcun pericolo di una segnalazione per omessa custodia. Agli agenti che sono intervenuti è apparso sconsolato, anche perché è pur sempre un trauma subire un’incursione dei “soliti ignoti” soprattutto quando le loro attenzioni criminose si concentrano, oltre che sui fucili, sui risparmi e i preziosi di famiglia. Si lavora a 360 gradi, gli investigatori hanno diramato le prime ricerche in zona senza i risultati sperati, ma soprattutto hanno ascoltato alcuni vicini dell’uomo, ma nessuno si è accorto di alcunché. I malfattori sono stati abili nel colpire in pochi minuti senza essere visti, quindi si sono come “volatilizzati”. Non è escluso che le armi, come spesso accade in questa tipologia di furto, vengano poi smistate sul mercato “nero”, un canale alternativo di cui spesso si serve anche la manovalanza della camorra. Ma sono solo ipotesi che attendono riscontri oggettivi.
Carlo Pascarella