NAPOLI – Centottantadue procedimenti, oltre 200 indagati e 471 imputati, più di 3100 anni di reclusione: sono i numeri della lotta al racket in Campania, diffusi oggi in occasione della quinta assemblea della Fai, Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane e che riguardano il periodo tra il 2004 e l’inizio del 2012.
“Il percorso tracciato finora, fatto da chi denuncia, le forze dell’ordine, la magistratura e le associazioni è la strada giusta contro questo reato – ha affermato don Luigi Ciotti, presidente di Libera – Fino a qualche tempo fa, erano impensabili momenti come quello di oggi”. “Con il coraggio si é riusciti a rompere il cerchio di violenza e sopruso – ha sottolineato – e occorre continuare così, insieme”. L’assemblea di oggi si è svolta in una chiesa nel centro storico di Napoli, in piazzetta Pietrasanta, prima area ‘derackettizzata’ della città, a cui seguirà, ha fatto sapere Tano Grasso, presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket, lo Sporting Club Paradise, che sarà centro libero dal fenomeno. “Il prossimo martedì – ha detto – si svolgerà lì un torneo di tennis tra magistrati, carabinieri, Polizia e Guardia di finanza”. Silvana Fucito, imprenditrice anticamorra e coordinatrice regionale delle associazioni antiracket, ha sottolineato che tutte le attività, le iniziative, vengono portate avanti “da volontari”. Un lavoro non sempre facile, ma che “ha mostrato come lo Stato c’é, non lascia solo chi denuncia”. “Così, a poco a poco – ha precisato – si sta sgretolando la convinzione che lo Stato è assente, mentre si dà fiducia alla legalità”. Tra le iniziative promosse dalle associazioni antiracket, anche le mappe di Napoli, Ercolano e Pomigliano d’Arco “pizzo-free” che coinvolge negozi, alberghi, attività commerciali in genere che rifiutano di pagare il pizzo e si impegnano a denunciare. “L’iniziativa – ha ricordato infine – é piaciuta al Consolato tedesco che, per Napoli, ha stampato delle cartine interamente nella loro lingua”.