Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (collegio presieduto da Rosetta Stravino) ha condannato a 4 anni di carcere un imprenditore di San Marco Evangelista (Caserta), Vittorio Leone, per i reati di estorsione e danneggiamento nei confronti di un lavoratore ghanese, il 37enne Alex Adjei, che, secondo la locale Procura (pm Giuliano Caputo), sarebbe stato vittima di sfruttamento lavorativo. Un procedimento quasi “pilota” visto che nell’ordinamento penale italiano non esiste una norma ad hoc che punisca lo sfruttamento del lavoro altrui, ma solo il delitto di intermediazione illecita di manodopera che serve ad arginare il fenomeno del cosiddetto “caporalato”. Ma col caporalato il caso di Alex c’entra poco; la sua vicenda assomiglia infatti alla situazione di tanti italiani costretti a lavorare nella precarietà e con retribuzioni minime. Alex, hanno accertato gli inquirenti, non è stato reclutato alla giornata, ma nel febbraio 2011 iniziò a lavorare senza contratto presso l’azienda casertana specializzata in saldature essendo in possesso di un regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari. Subito però si trovò costretto ad accettare condizioni negative, in particolare a lavorare per 10 ore al giorno, dalle 8 alle 18, con un salario giornaliero di 20 euro. Senza una motivazione e senza preavviso, dopo appena 48 giorni, nell’aprile dello stesso anno, fu mandato via e gli fu data solo una parte del salario pattuito, pari a 400 euro rispetto ai 980 che l’azienda avrebbe dovuto pagargli. Più volte Alex ha cercato di recuperare quanto gli spettava, recandosi presso il datore di lavoro, subendo minacce e la distruzione della sua bicicletta. Il Tribunale ha condannato l’imprenditore a risarcire in sede civile il lavoratore e il Centro sociale Ex Canapificio di Caserta, sede del Movimento dei Migranti e dei Rifugiati, costituitasi parte civile. “E’ solo l’ennesimo caso di sfruttamento lavorativo – commentano  – speriamo che dopo la sentenza molti stranieri inizino a denunciare”, mentre il legale del Centro, Francesco Vicino, spiega che “questa decisione è molto importante apre una nuova forma di tutela per tanti immigrati e non solo”.

 

 

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