Francesco Bottino, ex direttore generale dell’Asl Ce1 arrestato nei mesi scorsi, agevolava in maniera “spregiudicata” Angelo Grillo, imprenditore legato al clan camorristico dei Belforte di Marcianise (Caserta), e “commetteva una serie di abusi dimostrando che la scelta dell’ impresa contraente” nell’aggiudicazione dell’appalto per le pulizie “non solo avveniva in violazione delle norme vigenti, ma maturava già prima, proprio nell’ambito delle decisioni dei clan camorristici”.

Lo scrivono i giudici della XII sezione penale del Tribunale del Riesame, che hanno confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Bottino, accusato di abuso di ufficio aggravato dall’avere agito per agevolare un clan camorristico. Bottino, in particolare, è accusato di avere assegnato in maniera arbitraria un appalto alla ditta “New Splash” di Grillo e di non avere rescisso il contratto dopo l’emissione di un’ interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Caserta. Le motivazioni della decisione sono state depositate in cancelleria nelle scorse ore. Secondo il collegio (presidente Elvira Russo, giudice estensore Pia Diani, giudice Daria Valletta) “I funzionari pubblici” in servizio alla Asl “e nello specifico Bottino ottenevano il proprio tornaconto con promozioni e nomine proprio in cambio della fedeltà alle intese con i clan”.

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