CASERTA – Si è conclusa il 15 ottobre la regolarizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici immigrati irregolari e le domande pervenute sono poco meno di 100.000 in tutta Italia e circa 2000 in Provincia di Caserta. Attraverso gli uffici della Cgil Caserta, presso i quali è stata fatta una verifica attenta e puntuale della documentazione, alla presenza sia del datore di lavoro che del lavoratore, sono state presentate poco più di 100 domande.

Nonostante l’afflusso per la richiesta di informazioni sia stato enorme, nella maggior parte dei casi  non vi erano  le condizioni per procedere, prima tra tutte il reddito dichiarato dai datori di lavoro si è rivelato in molti casi tanto basso da non poter prevedere assunzioni di personale. Questo dato evidenzia anche la forte evasione fiscale presente che va di pari passo con il lavoro nero.

Quindi, a giudicare da come è stato architettato e gestito questo provvedimento, anche questo  dato così basso è quasi un miracolo.  Solo a nove giorni dalla scadenza dei termini, è giunto un parziale chiarimento su quali erano gli organismi pubblici che potevano certificare la prova di presenza in Italia. Già solo questo ritardo renderebbe necessaria una proroga della scadenza ed è inaccettabile che a tale richiesta il governo non risponda.

Ciò significa che un consistente numero di immigrati rimarrà irregolare, e continuerà ad essere vittima di lavoro nero e super sfruttamento. La nosta Provincia, come del resto tutto il Paese, deve fare i conti con lavoratori immigrati che in ogni settore, dalle costruzioni all’agricoltura, ma anche nell’industria, continuano ad essere sfruttati e a non conoscere il lavoro dignitoso
Per la CGIL  la battaglia continua perché il lavoro nero è una delle vere emergenze del Paese. La direttiva 52 apre nuovi spazi di iniziativa sindacale per la regolarizzazione, attraverso la denuncia di sfruttamento, e la CGIL li userà tutti.

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