Prima udienza oggi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) del processo in cui sono imputati per i lavori di manutenzione della Reggia di Caserta l’ ex Sovrintendente Paola Raffaella David, ed i funzionari del Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo)o Andrea Corvino e Giuseppe Graziano. I reati contestati sono turbativa d’asta e falsità materiale e ideologica. In aula, davanti al collegio presieduto da Roberto Carotenuto, è comparso inoltre anche un quarto imputato, Giovanni Marino, dipendente di una ditta che lavorava e lavora ancora alla Reggia di Caserta, che risponde del reato di furto, in quanto accusato di essersi impossessato dei tondini e delle altre componenti in metallo della gabbia di Faraday, il parafulmine posto nel 2013 sul tetto del Palazzo Reale casertano. Presente in udienza il pm Domenico Musto, che ha condotto le indagini insieme al sostituto Gennaro Damiano. La David, ex Sovrintendente di Caserta e Benevento attualmente al Ministero dei Beni Culturali, Andrea Corvino, in servizio alla Sovrintendenza di Caserta e Benevento che ha sede nella Reggia, e Giuseppe Graziano, storico dell’ arte tuttora al lavoro nel Palazzo Reale Borbonico, sono accusati di aver “pilotato” 132 appalti per lavori di manutenzione del Sito Vanvitelliano assegnati dal 2010 al 2013. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere i lavori, per un importo di svariati milioni di euro, sarebbero stati assegnati a “ditte amiche” ricorrendo in modo sistematico e illegittimo al requisito della somma urgenza, che consentiva di evitare il ricorso alle gare ad evidenza pubblica. Le indagini, effettuate dai Carabinieri, partirono nell’aprile del 2013 dopo che una funzionaria della Reggia si accorse del furto del parafulmine. Gli inquirenti hanno analizzato parecchia documentazione scoprendo un sistema di assegnazione dei lavori che faceva perno sul requisito della somma urgenza: gli indagati – è l’ipotesi della Procura – avrebbe proceduto prima all’artificioso frazionamento dei lavori di rilevante entità economica, anche attraverso false perizie, in modo da far figurare in luogo dell’ unico lavoro più prestazioni di entità inferiore alla soglia di legge che obbliga a procedere a gare ad evidenza pubblica (gara informale per opere da 40 a 200 mila euro e gara formale per lavori oltre i 200 mila euro). Una volta operato il frazionamento, veniva poi falsamente attestata la somma urgenza e si procedeva così all’affidamento diretto alle ditte “amiche”. E’ così che sono stati affidati lavori importanti come l’ installazione dei tornelli all’ingresso principale, ed i lavori relativi alla manutenzione di impianti e al rifacimento dei bagni. Il processo – dopo le richieste istruttorie formalizzate dalle parti – è stato rinviato al 7 febbraio 2018, quando saranno sentiti i Carabinieri che hanno effettuato le indagini. Dall’ inchiesta sono usciti nei mesi scorsi l’attuale Sovrintendente dei beni architettonici e paesaggistici della Basilicata Francesco Canestrini, che tra il 2010 e il 2013 era il responsabile, alla Reggia Vanvitelliana, del Parco Reale e del Giardino Inglese, ed il funzionario Marco Mazzarella, per i quali è intervenuto decreto di archiviazione.