CASERTA – E’ diventato operativo questa mattina anche in provincia di Caserta il progetto Ma.Cr.O. (Mappe della Criminalità Organizzata promosso dal ministero dell’ Interno per il contrasto alla criminalità organizzata nell’ambito del “Piano straordinario contro le mafie”.

La presentazione del progetto è avvenuta in un vertice tenutosi alla prefettura di Caserta cui hanno preso parte insieme al prefetto Carmela Pagano, il questore Giuseppe Gualtieri, i comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza, Crescenzio Nardone e Vincenzo Amendola, il responsabile della Dia, Maurizio Vallone, il capo della DDA di Napoli Federico Cafiero de Raho, il Procuratore di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo. Il progetto – già avviato in altre province della Campania, in Puglia ed in Calabria – doveva essere illustrato già il 19 maggio scorso alla presenza del Vice-Capo della Polizia di Stato Francesco Cirillo ma l’appuntamento saltò per l’attentato di Brindisi.

“Il Ma.Cr.O. – afferma il prefetto Carmela Pagano – rappresenterà un valore aggiunto per le forze dell’ordine impegnate quotidianamente nella lotta ai clan”. Il progetto prevede la realizzazione di una mappa nazionale dei sodalizi criminali, grazie alla quale sarà possibile ottenere una visione aggiornata delle organizzazioni di tipo mafioso, italiane e straniere, presenti sul territorio, dei soggetti ad esse collegati e degli eventuali rapporti con altri gruppi delinquenziali; in particolare è previsto che le varie forze dell’ordine a livello provinciale immettano nella banca dati gestita dal Viminale informazioni concernenti le attività investigative in corso, compresi i latitanti, in modo da fornire in tempo reale, specie a chi opera in strada, uno strumento fondamentale e attendibile. “La differenza rispetto alla banca dati cui già tutte le forze dell’ordine possono collegarsi – ha detto il questore di Caserta Gualtieri – è rappresentata dalla circostanza che grazie a tale progetto si potranno inserire informazioni che prima non era possibile immettere, ma che potranno essere visionate, tramite un’apposita chiave di accesso, solo da quelle strutture delle forze dell’ordine (come squadre mobili, Dia, reparti e nuclei operativi,) che si occupano di criminalità organizzata. E’ uno strumento che rafforza la sinergia tra i soggetti impegnati nella lotta ai clan”.

 

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