Piscina comunale negata per 300 bambini e per un gruppo di disabili di Marcianise (Caserta), dove i genitori hanno deciso di far valere i propri diritti chiedendo a un avvocato di mettere in mora il Comune e la società che gestiva l’impianto. La struttura infatti, malgrado sia stata ultimata appena due anni fa, perde acqua dalla vasca. Lo stop è scattato a settembre a causa di un contenzioso tra la società sportiva che ha gestito l’impianto – secondo la quale la piscina è inidonea all’uso – e l’amministrazione comunale che pretende le vengano pagati i canoni di locazione arretrati. Nella querelle tra società e Comune, a perderci però sono proprio i piccoli, costretti a rinunciare al bagnetto in piscina. Ancora più danneggiati sono i disabili che avevano intrapreso un percorso riabilitativo in acqua, ora improvvisamente sospeso. Ieri, circa 100 famiglie, si sono recate nello studio dell’avvocato Carmela Posillipo che ha subito predisposto la messa in mora per l’amministrazione comunale e la società sportiva, chiedendo anche un risarcimento dei danni patrimoniali e non vantati dai genitori esercenti la potestà genitoriale. “Ho colto nell’intenzione dei genitori – dice l’avvocato Posillipo – la volontà di agire per tutelare i diritti dei propri figli. L’azione messa in campo prevede una richiesta di risarcimento per i fruitori della piscina che non hanno potuto più seguire nella loro attività sportiva”. I genitori, comunque, si sono detti pronti a rinunciare all’azione legale se la piscina dovesse riaprire a breve: “Avremo comunque insegnato ai nostri figli a non soggiacere alle ingiustizie ma a doversi tuffare nelle lotte in cui credono”. Domenica, in piazza Umberto I, a Marcianise, un gruppo di genitori cercherà di sensibilizzare la cittadinanza sulla vicenda e di raccogliere adesioni facendo volantinaggio.