Nella mattina odierna, presso le case circondariali di Piacenza e Santamaria Capua Vetere e in Marcianise, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta e personale della locale Questura hanno dato esecuzione, rispettivamente, ad un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di Maria Buttone e Salvatore Belforte e degli arresti domiciliari nei confronti di e Alessandra Golino . I tre, ritenuti responsabili di concorso in estorsione continuata, con l’aggravante dell’aver commesso i fatti col metodo mafioso ed al fine di favorire l’organizzazione camorristica dei “Belforte”, operante in Marcianise e comuni limitrofi, sono già state oggetto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed eseguito dai militari del citato reparto e da personale della Questura di Caserta, lo scorso 19 gennaio. Il Tribunale Partenopeo, con l’odierna misura cautelare, ha pienamente accolto le risultanze investigative dei Carabinieri, maturate nell’ambito di una complessa attività d’indagine protrattasi per diversi mesi ed articolatasi in numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di appostamento, perquisizioni locali e personali. Le attività degli inquirenti hanno avuto origine dalla scarcerazione di Buttone Maria, moglie dello storico capo Clan Belforte Domenico. In particolare, la donna, già detenuta al regime ci 41/bis era stata sottoposta agli arresti domiciliari in Marcianise. A seguito della scarcerazione di maria Buttone la quale ha sempre partecipato al sodalizio criminoso, organizzandone ogni attività criminale e fornendo nel tempo un apporto attivo, soprattutto nei periodi di assenza dei massimi vertici del clan, ha ripreso la gestione delle attività illecite della famiglia, impiegando come esecutori il figlio Belforte Salvatore, e la compagna di quest’ultimo, GOLINO Alessandra. Le investigazioni hanno consentito di accertare come il ritorno in libertà della donna abbia fatto rinnovare nella popolazione di Marcianise timore, rispetto e quindi soggezione nei confronti dei componenti di tale sodalizio camorristico, che non ha mai perso il controllo “criminale” del territorio. Lo dimostrano, infatti, gli episodi contestati ovvero alcune estorsioni poste in essere dalla coppia, su indicazione della madre di Salvatore, nei confronti di imprenditori locali.

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