La cantante Silvia Aprile è indagata per truffa e falsità ideologica in relazione al suo matrimonio avvenuto senza autorizzazione alla Reggia di Caserta nel luglio del 2010. Con lei risultano indagati per gli stessi reati l’ex sindaco di San Felice a Cancello Pasquale De Lucia, l’ex amministratore delegato della società Terra di Lavoro spa ed ex consigliere comunale di Castel Volturno Rita Di Giunta e l’ex presidente dell’Ept di Caserta Enzo Iodice, in passato sindaco della città di Santa Maria Capua Vetere. Silvia Aprile, napoletana, già protagonista di X-Factor nel 2008, nota anche per le sue partecipazioni a Edicola Fiore, è stata tra i finalisti di Sarà Sanremo, a dicembre, nel duo Aprile & Mangiaracina che però non ha superato la selezione e dunque non sarà tra le nuove proposte in gara all’Ariston. L’episodio del matrimonio “con inganno” emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli Mario Morra su richiesta della Dda (sostituti Catello Maresca e Alessandro Milita) che questa mattina ha portato in carcere sei persone per reati che vanno dall’associazione di stampo camorristico al concorso esterno, alla corruzione, tra cui lo stesso De Lucia, la Di Giunta e Antonio Zagaria, fratello del boss dei Casalesi Michele Zagaria. Per la Dda sarebbe stato Iodice, allora presidente Ept, a perorare presso la Sovrintendenza, su pressioni di De Lucia e della Di Giunta, il rilascio dell’autorizzazione che però non riguardava il matrimonio della Aprile, ma la presentazione di un suo cd con relativa cena di gala per giornalisti e sponsor. La cantante è inoltre indagata insieme alla madre Silvana Zaccariello, all’esponente del clan dei Casalesi Franco Passarelli e ad un agente delle penitenziaria in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere in relazione alla sua candidatura nel 2010 a consigliere comunale di Castel Volturno, ndr), che per l’accusa sarebbe stata sostenuta dal clan, sebbene poi alla fine non fu eletta. A loro carico, come pure della Di Giunta, che nel 2010 si candidò alle Regionali ma non fu eletta, la Dda ha contestato reati elettorali con l’aggravante mafiosa.

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