Cinque collaboratori di giustizia sono stati condannati per aver commesso l’omicidio di Antonio Amato e il tentato omicidio del cognato di quest’ultimo, Qoqu Telat, albanese, eseguiti il 18 febbraio 2002 a Villa Literno nell’ambito della guerra di camorra consumatasi tra i gruppi Bidognetti e Tavoletta.

Per l’omicidio era stato incriminato un innocente, Alberto Ogaristi, operaio edile di Casal di Principe scagionato dai cinque collaboratori che si sono accusati del delitto. Il collegio della seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto da Maria Alaja, ha condannato, questo pomeriggio, Luigi Guida detto o’drink e Luigi Grassia a 15 anni di carcere e Massimo Iovine, Emilio Di Caterino e Gaetano Ziello a 14 anni per aver ucciso Amato mentre sostava fuori a un bar di Villa Literno. L’albanese Qoqu Telat, tornato poi nella sua patria, aveva riconosciuto in foto Ogaristi quale esecutore materiale del delitto. In realta’ l’operaio somigliava ad uno dei killer condannati oggi.

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