MONDRAGONE – Il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Stefania Amodeo ha convalidato il fermo del trentaseienne Claudio Piscitiello accusato dell’omicidio dell’ imprenditore Paolo Moretta avvenuto il 22 giugno scorso nella Pineta Prisconte, complesso residenziale di Mondragone (Caserta). Moretta, 53 anni originario di Marcianise e titolare di un’officina di rimessaggio di barche ubicata nella pineta, fu ucciso con un colpo di fucile all’occhio destro sparato mentre era in auto.

Piscitiello, che del complesso una volta sede operativa del clan La Torre è il custode, è stato fermato dai carabinieri guidati dal capitano Lorenzo Iacobone giovedì sera dopo essersi reso responsabile di un tentato omicidio di un cittadino russo, raggiunto da più colpi di fucile alla gambe, e gestore del club nautico sito sul fiume Agnena all’interno della pineta, a pochi passi dall’abitazione del trentaseienne. E’ stato proprio l’agguato di qualche giorno fa a costituire un’ulteriore prova del coinvolgimento di Piscitiello nel delitto Moretta e a convincere i militari ad intervenire immediatamente. Piscitiello, con numerosi precedenti penali tra cui la detenzione di armi, era infatti seguito dal giorno successivo al delitto dell’imprenditore. I carabinieri erano venuti a conoscenza di un litigio avvenuto tra i due qualche giorno prima dell’omicidio ma per motivi personali e piuttosto futili, così, conoscendolo come persona piuttosto violenta e con la passione per i fucili, avevano piazzato una cimice nella sua auto. Il movente del delitto comunque non è ancora chiarissimo, la pista della lite è quella privilegiata, ne è stata trovata l’arma utilizzata. Di certo Piscitiello non è sembrato farsi troppi scrupoli nel premere il grilletto: giovedì sera, è emerso dalla parole intercettate in auto prima di gambizzare il cittadino russo, il trentaseienne voleva dar prova di coraggio.

 

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