“Setola non è un pazzo, ha intrapreso un percorso di collaborazione finalizzato alla rieducazione eliminando, con la sua ammissione di ‘vederci benissimo’, ogni possibilità di uscire tra 20 anni (per motivi di salute, ndr) e chiudendo ogni rapporto con i suoi compagni, ma merita comunque l’ergastolo”. Così il sostituto procuratore della DDA di Napoli Alessandro Milita nel corso della requisitoria del processo per l’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Si tratta della seconda requisitoria dopo quella della 7 luglio scorso, quando il killer dei Casalesi non aveva ancora iniziato la collaborazione; in quella circostanza Milita chiese per Setola anche l’isolamento diurno per due anni, richiesta che oggi non è stata confermata. Per gli altri sette imputati, tutti facenti parte del gruppo di fuoco dei Casalesi, il magistrato ha ribadito la richiesta di ergastolo. “Setola – prosegue – è stato dipinto come un pazzo sanguinario ma è stato un strumento del clan; il sistema camorra ha investito tanti soldi su di lui, proprio perché conosceva la sua capacità aggregativa, prima per farlo andare ai domiciliari con la scusa della falsa malattia e poi per farlo evadere dalla clinica di Pavia, grazie all’aiuto di tanti colletti bianchi; pensò al suo avvocato che ha preso 15 anni (Girolamo Casella, condannato in primo grado, ndr) o ai medici. Tutti saranno arrestati”.

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