Hanno atteso l’arrivo di una apparecchiatura per la rianimazione per tre quarti d’ora e quando è arrivata per la donna non c’era più niente da fare. Lo si apprende dalla famiglia di Maria Luigia Del Prete, la donna di 28 anni di Orta d’Atella  deceduta alle 17,15 di domenica scorsa, nell’azienda ospedaliera della Seconda università di Napoli dov’era arrivata dopo un peggioramento del suo stato di salute sopraggiunto due mesi dopo avere dato alla luce, nel secondo policlinico dell’università Federico II del capoluogo partenopeo, il suo primo figlio. Ad assisterla nel reparto, fanno ancora sapere i parenti di Gina, c’era la madre che, quando si è accorta che la situazione stava precipitando, ha chiesto aiuto a medici e infermieri. Poi ha telefonato al resto della famiglia che ha fatto in tempo, purtroppo, sono ad assistere agli ultimi attimi di vita della donna. Nei giorni precedenti, fanno sempre sapere i familiari della donna, Gina – che era affetta da un’altra patologia secondo i parenti curabilissima – si era lamentata della situazione che aveva trovato nella struttura sanitaria. Dopo il decesso, i parenti di Maria Luigia hanno deciso di denunciare l’accaduto alla Polizia e la Procura di Napoli ha disposto il sequestro della cartella clinica e l’autopsia sulla salma, che sarà eseguita nei prossimi giorni alla presenza di un perito nominato dall’avvocato che assiste la famiglia Del Prete. Maria Luigia era spostata e viveva a Orta D’Atella , con il marito che ora è distrutto dal dolore. Il suo bambino, Ciro, nato prematuramente, sta bene e ora è assistito da una parente. Dal canto suo, esprime rammarico e si dice sicuro che “tutto quello che poteva essere fatto per Gina è stato fatto nel migliore dei modi”, Maurizio Di Mauro, commissario straordinario dell’azienda ospedaliera della Seconda università di Napoli. É stata avviata un’indagine interna e chiesto alla Commissione per il rischio critico dell’ospedale di indagare su quanto accaduto. “C’è stata massima attenzione nei confronti della paziente, – riferisce Di Mauro raggiunto telefonicamente – che da noi è arrivata in condizioni critiche”. “Si era anche ripresa, – continua il commissario straordinario che si dice molto colpito, dal punto di vista umano per la tragedia – grazie alle terapie che le abbiamo fatto poi, nel pomeriggio di domenica, la situazione è precipitata”. “Comprendiamo il dolore dei familiari – sottolinea Di Mauro – ma chi non è del campo non può pensare a priori a qualche inadempienza. Peraltro – conclude il commissario – la struttura dov’era ricoverata la signora, il reparto di Reumatologia, è un vero e proprio centro di eccellenza della Seconda Università”. Di Mauro, infine, chiede di incontrare la famiglia Del Prete: “Vorrei dare loro rassicurazioni sul nostro operato – conclude – il decesso di una paziente per noi è sempre una sconfitta. Posso però dire che ci stiamo impegnando fino in fondo per fare in modo che i pazienti abbiamo la massima fiducia in noi”.

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