Egr. direttore De Michele Con riferimento al Suo articolo, pubblicato in data 25/11/2016 con titolo “Orta di Atella, allarme epidemia nella scuola dell’infanzia…” ritengo doveroso, per amore di verità, fare alcune precisazioni, che spero abbiano la stessa visibilità pubblica dell’articolo apparso sul Vs giornale. Orbene, in ordine all’affermazione relativa alla consapevolezza, da parte della scrivente, di un’imminente epidemia e all’inerzia nell’adozione di misure idonee a scongiurarla, la scrivente precisa di non aver ricevuto alcuna comunicazione, da parte dei genitori del plesso citato nell’articolo, circa il dilagare di infezioni falcidianti, come novella peste, frotte di bambini frequentanti le classi e o le sezioni dipendenti dal Circolo didattico di Orta di Atella. Quanto, poi, all’affermazione relativa alla disinfestazione del 5 dicembre, la scrivente precisa di non aver mai dato notizia ai genitori né della data, né dell’azione. Tanto precisato, la scrivente coglie l’occasione per partecipare il suo dispiacere ed il suo rammarico per la frequente e quasi sistematica divulgazione di notizie ingiustamente screditanti una scuola che, tra mille difficoltà, cerca di portare avanti il proprio progetto didattico- educativo; notizie diffuse senza preoccuparsi di chiedere un minimo riscontro alla persona interessata e che, comunque, rappresenta l’istituzione citata negli articoli e senza un’attenta verifica della fondatezza della notizia e dell’attendibilità delle fonti, come deontologia professionale richiederebbe. La scrivente rimane disponibile a fornire ogni informazione e chiarimento utili all’affermazione della verità e ad evitare inutili e dannose (per gli utenti) strumentalizzazioni, riguardo alle quali manifesta con forza la sua indisponibilità a partecipare alla pratica del “parlare a Tizio perché Caio intenda”.
Il dirigente scolastico
Maria De Marco
NOTA DEL DIRETTORE RESPONSABILE
Pubblichiamo volentieri la precisazione del dirigente scolastico Maria De Marco, ma ci corre l’obbligo di soffermarci su alcune osservazioni formulate dalla preside del Circolo didattico di Orta di Atella. Andiamo con ordine.
Primo. Nell’articolo a mia firma non c’è alcun riferimento ad “un’imminente epidemia” nella scuola dell’infanzia “Agazzi”. Basta leggere il pezzo con un minimo di attenzione e senza preconcetti per comprendere che non c’è alcun intento di provocare (come peraltro ho scritto) inutili allarmismi. E’ altrettanto irrefutabile che di fronte a una “possibile infezione comunemente chiamata “verme dei bambini” (parole testuali contenute nell’articolo) sia inevitabile e legittimo che si crei preoccupazione e allarme. In caso di infezione da ossiuri c’è un alto tasso di contagio tra i bambini soprattutto in luoghi come le scuole. Lo dicono i pediatri e gli specialisti di tutto il mondo, non il sottoscritto. Il “rischio epidemia” (sempre parole testuali scritte nell’articolo) non può essere liquidato con la scorciatoia delle “solite esagerazioni giornalistiche”, ma è semplicemente un’ipotesi (altra parola testuale) plausibile nei casi di infezioni da “verme del bambino”. E, la dirigente De Marco me lo consentirà, reputo quanto meno fuori luogo ironizzare su un rischio tutt’altro che remoto con l’utilizzo di frasi tipo “il dilagare di infezioni falcidianti, come novella peste, frotte di bambini”. Nell’articolo “incriminato”, ripeto, basta leggerlo, non c’è alcun tono allarmistico. Si riporta semplicemente un fatto vero e di pubblico interesse, che in una sola parola è una notizia.
Secondo. La preside sottolinea di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte dei genitori, né di aver indicato una data per una possibile disinfestazione. A quanto ci risulta (abbiamo ascoltato alcune mamme) il dirigente scolastico sarebbe stato informato del problema dai rappresentanti dei genitori ai quali avrebbe detto che il 5 dicembre si sarebbe proceduto a sanificare il plesso di via Petrarca. Ovviamente non ho motivo di dubitare della bontà delle affermazioni della preside, ma nel contempo devo dedurre che le numerose lamentele delle mamme, anche tramite i gruppi Fb di Orta di Atella, siano del tutto infondate o frutto di allucinazioni. In città quindi girano decine di “visionari”. Al netto di tutto, anche nel dubbio, sarebbe così impegnativo per il Comune disporre la disinfestazione dell’istituto?
Terzo. Il dirigente scolastico esprime “il suo dispiacere ed il suo rammarico per la frequente e quasi sistematica divulgazione di notizie ingiustamente screditanti” la scuola. Mai dichiarazione fu più lontana dalla verità. Invito la preside ad esibire “le prove” (gli articoli) di questa grave accusa. Se poi per la dottoressa De Marco riportare che le scuole comunali sono sprovviste del certificato dell’Asl (carta canta) significa divulgare notizie “screditanti” allora vorrà dire che nelle prossime occasioni invece di evidenziare i fatti mi diletterò a scrivere esilaranti favolette sulle impeccabili condizioni strutturali degli edifici scolastici comunali. Così ci faremo quattro risate. Ciò non vuol dire, sia chiaro, che il Circolo didattico di Orta di Atella non fornisca un’ottima offerta formativa agli alunni. Tutt’altro. Il lavoro svolto dalla preside e dagli operatori scolastici è ancora più encomiabile visto che si svolge in strutture carenti.
Quarto. La dottoressa De Marco mi invita ad “un’attenta verifica della fondatezza della notizia e dell’attendibilità delle fonti, come deontologia professionale richiederebbe”. Su questo punto c’è ben poco da dire. Sarà stata pure un’eccellente insegnante ma certamente non spetta a lei impartire lezioni di giornalismo. Sono i nostri tantissimi lettori (ad Orta di Atella siamo seguiti da migliaia di persone, che ringraziamo) a valutare il nostro lavoro. E noi saremo sempre rispettosi del loro giudizio.
Quinta e ultima osservazione. La preside precisa che intende “evitare inutili e dannose (per gli utenti) strumentalizzazioni, riguardo alle quali manifesta con forza la sua indisponibilità a partecipare alla pratica del “parlare a Tizio perché Caio intenda”. Sarà pur vero. Ma mi sorge il dubbio che sia proprio lei che parla a Mario (De Michele) perché Giuseppe (Mozzillo) intenda.
Mario De Michele
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