La Procura di Santa Maria Capua Vetere apre un fascicolo sull’assegnazione dei buoni pasto ai dipendenti comunali di Orta di Atella. Si ipotizza un uso improprio dei ticket, ognuno dei quali ammonta a circa 7 euro. Nel mirino degli inquirenti è finito in particolare l’ex segretario generale Egizio Lombardi, pare in seguito a una segnalazione del sindaco Angelo Brancaccio. A cascata sono stati posti “sotto osservazione” anche alcuni dirigenti e capisettore, tra cui Francesco Silvestre, attuale vicesegretario, Adele Ferrante, responsabile dell’ufficio tecnico, Mario Biasiello, Maria Caprio, Salvatore Spena, Salvatore Del Prete, Rosa Maisto, Salvatore Di Costanzo e Giuliano Limatola. Sotto la lente dei carabinieri ortesi, che stanno conducendo le indagini, il periodo che va dal 14 aprile 2010 al 27 ottobre 2011. I militari dell’Arma hanno chiesto con urgenza al responsabile del settore Suap del Comune la documentazione e le attestazioni relative ai criteri di assegnazione dei buoni pasto. I carabinieri vogliono sapere chi ne ha beneficiato e chi ha autorizzato il rilascio. Inoltre hanno fatto richiesta degli elenchi dettagliati e riepilogativi dei giorni di effettiva presenza in servizio dei dipendenti comunali per rilevare l’orario lavorativo svolto, in base al quale sarebbe maturato il diritto ad usufruire dei buoni pasti. Il disciplinare del Comune prevede l’erogazione dei ticket nei due giorni di rientro pomeridiano o in caso di prolungamento dell’orario di lavoro oltre le sei ore giornaliere. Alla base dell’indagine c’è il sospetto, che sembrerebbe trovare già qualche riscontro, che l’allora segretario generale e alcuni dirigenti abbiano usufruito di molti più ticket rispetto ai due spettanti per i rientri settimanali. Addirittura in qualche caso risulterebbero ritirati ben 25 buoni pasto mensili. In pratica qualche dipendente, sulla carta, avrebbe lavorato di pomeriggio tutti giorni. Solo così infatti avrebbe potuto beneficiare dei ticket. Il primo indiziato sarebbe l’ex segretario generale Lombardi. Sembrerebbe che l’allora funzionario comunale sia stato “incastrato” dal sindaco Brancaccio. Non è un caso che tra i due i rapporti non siano mai stati idilliaci. Sia chiaro, si tratta di un’indagine appena iniziata. Non ci sono avvisi di garanzia (almeno per ora), per cui non c’è neanche nessun colpevole (sempre per ora). Ma dallo screening degli elenchi dei beneficiari e dal numero dei buoni pasto erogati non sarà difficile far venire a galla eventuali irregolarità. Si tratta quindi di una vicenda che potrebbe riservare clamorosi sviluppi. Anche a breve.
Mario De Michele