Piedimonte Matese –L’edificio è sempre più (de)candente, in degrado con preoccupazione specie dopo le recentissime scosse sismiche. E’ il palazzo abbandonato in pieno centro storico al centro di una complessa vicenda contabile e penale.Come stanno le cose? Per quello stabile sono stati condannati due funzionari regionali per danno erariale a causa di finanziamento di un contributo finalizzato al recupero dell’immobile , sotto sequestro dal 2003, da adibire ad albergo. L’immobile in questione, oggetto di distinti procedimenti penali( uno concluso, ma in fase di appello, ed un altro pendente) per truffa è quello situato in via Ercole D’Agnese : in degrado allora , fatiscente oggi ma sulla carta risultava ristrutturato sulla base di falsa documentazione.
Ma veniamo alla sentenza della sezione giurisdizionale presieduta da Fiorenzo Santoro. I due funzionari sono stati citati in giudizio dalla procura della magistratura contabile regionale per il risarcimento di danno patrimoniale diretto ed indiretto ( offesa all’immagine della regione) per un contributo Pop/Turismo-fers alla Goldhouse sas di E.A.&C sas dopo il cambio sociale(GoldHouse di V.G.&C sas) sulla base d una documentazione completamente falsa e senza che fosse iniziata alcuna delle opere per le quali era stato richiesto e concesso il finanziamento”. Il collegio ha respinto la richiesta di sospensione del processo contabile ed ulteriori istruttorie circa il calcolo degli importi da recuperare avanzate dai difensori dei dipendenti regionali. I due funzionari, costituiti in giudizio, sono stati condannati con titoli diversi : con dolo nei confronti di AdM, dipendente incaricato nell’istruttoria (1.006.000 a cui aggiungere 80.000 per danno patrimoniale al prestigio dell’ente regionale ) e condannato, per truffa per la partecipazione agli illeciti dolosamente posti dal rappresentante della GoldHouse di E.A. e sas , nel parallelo penale ma assolto per falsità materiale ed il funzionario A.A., per gravissima negligenza,(318.714 euro) in quanto era nel settore operativo .Al centro della procedura , come nelle altre distinte in altri ambiti, la Gold House sas che nel 1998 ha presentato richiesta di finanziamento per l’ammodernamento, ristrutturazione e cambio di destinazione d’uso del fabbricato di proprietà della società da destinare ad attività alberghiera . nel .Fu stilata la graduatoria da un apposito nucleo di valutazione e risultò ammissibile. Dopo proroghe e lungaggini si arrivò al finanziamento: nel frattempo i rappresentanti della società aveva accesa una polizza fideussoria(2001), a garanzia dell’importo. Polizza poi risultata falsa al pari della cessione di quote societarie tramite documento notarile (atto privo di repertorio e numero di raccolta e con firma poi disconosciuta dal notaio menzionato ) nella GoldHouse, del certificato camerale risultato contraffatto , fotocopie di fatture di ditte inesistenti o che non avevano emesse documenti fiscali (fornitori,imprese edili, professionisti) ed una perizia giurata ad un ingegnere che ha preso le distanza dall’atto in questione in cui si attestava l’avvenuta realizzazione delle opere programmate.I due funzionari regionali liquidarono le somme alla società di circa 2 milioni di euro. Ma nel 2002 dopo un sopralluogo i via D’Agnese si appurò che la situazione era ben diversa da quella attestata gli uffici regionali revocarono il provvedimento a a sua volto corretto perché non effettuato ai sensi della normativa. Già la guardia di finanza incaricata di indagini (anche segnalazioni telefoniche anonime agli uffici regionali) riscontrò incongruenze come dicono i giudici contabili richiamando il processo penale già chiuso (appellato) a Nola. Insomma uno per partecipazione dolosa e l’altro per non avere adeguatamente vigilato e controllato la procedura che ha portato alla concessione delle risorse regionali.
Michele Martuscelli