Sarebbero numerose le violazioni della normativa sulle sicurezza emerse dalle indagini sul ponteggio crollato ieri a Piedimonte Matese (Caserta) davanti alla chiesa di San Marcellino, che è costato la vita a due operai. Lo hanno accertato i carabinieri, coordinati dal pm della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Carlo Fucci, dopo aver sentito il terzo lavoratore presente al momento del crollo, un geometra dell’impresa locale che aveva concesso in noleggio il ponteggio, e altri operai che erano all’interno della chiesa. La Basilica di S. Maria Maggiore, dedicata a San Marcellino, è oggetto di un intervento di ristrutturazione conseguente al terremoto del dicembre 2013. L’area interessata dal crollo è stata posta sotto sequestro. Le attività istruttorie sono al momento sottoposte a segreto. Tra le ipotesi degli inquirenti, quella che il crollo sia stato provocato da più cause, tra le quali il forte vento. I carabinieri hanno anche accertato che i due operai non indossavano né caschi protettivi né imbracature, sebbene tali strumenti, probabilmente, non li avrebbero comunque salvati vista l’altezza da cui sono caduti, oltre 15 metri.

 

 

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