Si è presentato a Casal di Principe per partecipare alla commemorazione di don Diana con la sua aria da “perenne” sognatore e con “un anno di ritardo”. Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, artista siciliano noto per il film “La mafia uccide solo d’estate”, ha ricevuto oggi nel bene confiscato intitolato alla memoria del sacerdote ucciso dai Casalesi 22 anni fa il premio don Diana assegnatogli nel 2015; l’anno scorso non poté essere presente alla cerimonia di consegna. “Spesso – dice Pif alle decine di giovani presenti nel cortile del bene confiscato – mi chiedono se persone come Giovanni Falcone o don Peppe Diana sono morte inutilmente. La mia risposta è ‘dipenda da noi’. Quindi, se apro un negozio e dico subito ‘no’ al pizzo, allora vuol dire che don Diana non è morto inutilmente. Ma in questo Paese non è facile essere e restare onesti”. La giornalista messicana Daniela Rea Gomez, che nel proprio Paese scrive dei narcotrafficanti rischiando quotidianamente la vita, fa un parallelismo tra “il sacrificio di don Diana e quello di tanti preti messicani che sono spesso le uniche voci contro la violenza dei narcos, anche se qualcosa a livello governativo si sta muovendo”. “Qui a Casal di Principe è in gioco la credibilità dello Stato in tutte le sue articolazioni. Questo territorio non è stato ancora riscattato del tutto”. Così il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti alla cerimonia di commemorazione della morte di don Peppe Diana, sacerdote ucciso a Casal di Principe dalla camorra 22 anni fa. “Negli ultimi 20 anni – ha proseguito Roberti – la magistratura e le forze dell’ordine hanno fatto il loro dovere, ora però è necessario ricostruire il territorio attraverso un rilancio economico, mediante la costruzione di infrastrutture. Lo Stato non abbandoni Casale altrimenti i clan ritorneranno. Anche ai giovani dico di lanciare un segnale forte ma anche di osservare i propri doveri e le regole”.

 

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