CASTEL VOLTURNO – Nell’ambito delle indagini che hanno portato oggi al sequestro di beni mobili e immobili riconducibili ai figli di Dante Passarelli, per circa 200 milioni di euro, il collaboratore di giustizia Roberto Vargas, in un interrogatorio del 27 aprile del 2012, parla di come il clan dei Casalesi fosse in grado di condizionare le elezioni politiche: in occasione delle festivita’ e delle tornate elettorali, lui stesso e altri affiliati, si recavano all’Ipam dei Passarelli (oggetto del sequestrato odierno) per ritirate centinaia di pacchi dono da consegnare ai capi zona del clan, come Luigi Venosa, Michele Zagaria, Vincenzo Zagaria e Dario De Simone.

I pacchi venivano regalati anche ai boss dei clan che operavano in zone limitrofe a quelle dei Casalesi, come i Mallardo, dice ancora il pentito agli inquirenti. La stessa tecnica veniva usata anche in occasione delle elezioni: invece dei pacchi, pero’, gli affiliati distribuivano materiale elettorale che i capi zona provvedevano a diffondere per favorire il candidato segnalato dal clan. I metodi utilizzati per indurre a votare i candidato scelto prevedevano anche forme di intimidazione. Vargas ricorda che questo metodo fu utilizzato anche per Antonio Scalzone, ex sindaco di Castel Volturno (Caserta), del centro destra, eletto, una prima volta il 17 novembre del 1997 con il 68,4% dei voti e anche una seconda volta, con 66,73% dei voti. Il comune di Castel Volturno, sotto la sua amministrazione, venne poi sciolto per infiltrazioni camorristiche e affidato a un commissario prefettizio.

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