“Sulle accuse fatte dai collaboratori di giustizia a Nicola Cosentino di aver ricevuto negli anni sostegno elettorale dal clan dei Casalesi vanno sentiti i boss Michele Zagaria, Walter e Francesco “Cicciariello” Schiavone e Antonio Iovine, oggi pentito. Solo loro possono confermare tali circostanze, altrimenti quelle dichiarazioni sono inutilizzabili”. Così Agostino De Caro, legale con Stefano Montone dell’ex sottosegretario, al tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) nel corso del processo cosiddetto Eco4 in cui Cosentino è imputato per concorso esterno in camorra. Il difensore ha chiesto che il collegio – presieduto da Giampaolo Guglielmo – si pronunci sulle richiesta di sentire, in base all’articolo 195 del codice di procedura penale, i soggetti, in particolare boss dei Casalesi, citati da numerosi pentiti sentiti come testimoni nelle passate udienze; “quasi tutti i collaboratori – ha spiegato De Caro – hanno raccontato in aula di aver appreso dai vari capi che il clan ha sempre sostenuto Cosentino. Nessuno, dunque, aveva conoscenza diretta del presunto sostegno; è quindi necessario sentire i boss”. Il pm della Dda di Napoli, Sandro D’Alessio, si è opposto. “Dinamiche interne al clan, come quelle relative al sostegno ad un candidato, non sono tecnicamente testimonianze su fatti appresi da altri; inoltre sentire altri testi dilaterebbe di molto i tempi del processo”. Tra i soggetti che la difesa vorrebbe sentire anche Aniello e Katia Bidognetti, figli del capo-clan Francesco Bidognetti, e alcuni politici come l’ex senatore Gennaro Coronella. Il collegio scioglierà la riserva nell’udienza del prossimo 4 febbraio.

 

 

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