Con le sue dichiarazioni ha consentito l’apertura di una campagna di scavi, tuttora in corso a Villa di Briano, suo paese d’origine, alla ricerca dei fusti tossici interrati dai Casalesi. Oggi Francesco Della Corte, chiamato in qualità di pentito a deporre al processo per concorso esterno in associazione camorristica a carico dell’ex deputato Nicola Cosentino, ha confermato “che il traffico di rifiuti tossici dal Nord alle campagne del Casertano era già in corso dall’inizio degli anni ’90; a gestirlo era il boss Francesco Bidognetti tramite Gaetano Cerci e Cipriano Chianese”.
Le sostanze, ha aggiunto ”in particolare mercurio, fanghi e vernici provenienti dalle industrie del nord, venivano messi in bidoni di ferro e sotterrati almeno inizialmente in fondi agricoli, in particolare nei Comuni di competenza del clan Bidognetti”. ”Dal boss ho saputo anche che tali sostanze nocive sono state smaltite nel fiume Volturno e soprattutto sotto l’asse mediano Nola-Villa Literno”, ha detto ancora. Al momento gli scavi in corso a Villa di Briano, a poche centinaia di metri dall’asse mediano, hanno confermato solo in parte le dichiarazioni del pentito; i classici fusti in ferro non sono stati trovati ma dal terreno sono comunque emersi bidoni di latta, di capacità ridotta, contenenti tracce di vernici e oli esausti, e soprattutto una maxi-discarica di materiale di scarto dell’attività edile (amianto, ferro, guaine in plastica) e di copertoni.