PIGNATARO MAGGIORE – Il Presidente della Corte d’Appello di Napoli ha accolto la richiesta di anticipazione del processo presentata qualche settimana fa dall’avvocato Mauro Iodice a seguito del ricorso presentato dal Pm Giovanni Conzo. L’inizio della discussione è stata fissata per il prossimo 29 gennaio. Ed entro la fine di febbraio, al massimo entro le prime settimane di marzo, dovrebbe aversi la sentenza della V sezione penale.
“La decisione di chiedere l’anticipazione del processo – ha spiegato l’avvocato Iodice – nasce dall’esigenza di definire nel più breve tempo possibile la vicenda giudiziaria. Al contrario, infatti, avremmo potuto rischiare di subire una pendenza che sarebbe potuta rimanere tale anche per svariati anni. Il che, come è evidente, avrebbe causato incalcolabili danni all’immagine del Magliocca”. La vicenda nasce quando l’11 marzo del 2011 il giovane avvocato Giorgio Magliocca, a quel tempo sindaco di Pignataro Maggiore, fu arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica e per omissione di controllo nella gestione dei beni confiscato con l’aggravante di aver favorito il locale clan camorristico. Secondo l’ipotesi accusatoria avrebbe stretto scellerati accordi politici-mafiosi con il clan Lubrano-Ligato in occasione delle competizioni elettorali per l’elezioni del consiglio comunale di Pignataro Maggiore del 2002 e del 2006. In cambio di appoggi elettorali il Magliocca avrebbe avuto un comportamento omissivo circa la gestione dei beni confiscati. La Cassazione, prima, e il Gup di Napoli, poi, hanno invece sentenziato che i fatti contestati non solo non hanno mai trovato alcun riscontro, ma, in particolare, non si sono mai verificati. Circa la gestione de beni confiscati, infine, la Cassazione e il Gup De Gregorio hanno addirittura parlato di comportamenti consoni ed efficaci del sindaco Giorgio Magliocca.