CASERTA – L’ex ministro dell’Ambiente Altero Matteoli ha deposto oggi come teste al processo per disastro ambientale e inquinamento delle acque che vede imputati, tra gli altri, l’ex subcomissario straordinario ai rifiuti Giulio Facchi e l’avvocato Cipriano Chianese, imprenditore attivo nel settore delle discariche e ritenuto legato al clan dei casalesi. E’ la vicenda della Resit, la discarica di Giugliano gestita da Chianese in cui sarebbero stati sversati per anni rifiuti pericolosi; il processo e’ in corso davanti alla V sezione della Corte d’assise. I fatti risalgono al periodo 2001/2003, quando la crisi dei rifiuti esplose in tutta la sua drammaticita’.

E quando, appunto, ministro dell’Ambiente era Matteoli. Al politico, il pm Alessandro Milita ha rivolto domande su quell’emergenza e sui tentativi di porvi rimedio. L’ex ministro ha parlato, in particolare, dell’apertura della discarica Torrione, in provincia di Caserta, e nella circostanza ha disapprovato il comportamento di Antonio Bassolino, all’epoca commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. ”Nel 2002 – ha detto Matteoli – mi arrivo’ una lettera nella quale mi si informava della necessita’ di aprire quella discarica. Io risposi esprimendo perplessita’ e chiedendo chiarimenti. In precedenza, infatti, mi era stato detto che il funzionamento dei Cdr era arrivato quasi al 100 per cento: significava, dunque, che questi impianti funzionavano bene e di conseguenza che non ci sarebbe stato bisogno di aprire altre discariche. Invece mi arrivo’ la lettera di Bassolino e io chiesi cosa fosse successo. Era evidente che qualcosa non andava”.

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