L’operazione che ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di 25 milioni di euro a 19 esponenti della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, secondo il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Federico Cafiero de Raho, e’ il risultato di ”approfondite analisi finanziarie e societarie eseguite attraverso il ricorso alla funzionalita’ di ‘Molecola’, sistema ideato dallo Scico di Roma in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia”.
L’intervento ha infatti consentito di ”incrociare notizie e dati riguardanti oltre 1.300 soggetti coinvolti, tra indagati e relativi nuclei familiari, con l’individuazione delle posizioni proficuamente aggredibili sotto il profilo delle misure di carattere patrimoniale, in ragione delle anomalie e delle incongruenze rilevate tra redditi ufficiali ed effettive disponibilita’ economiche”. In particolare e’ stata accertata ”l’esistenza di ingenti capitali mobili ed immobili, che nonostante i massicci interventi degli ultimi anni, erano ancora nella disponibilita’ dei congiunti dei camorristi”. Per Cafiero de Raho ”l’operazione conferma, nonostante la carenza di risorse finanziarie e le continue difficolta’ in cui versa la locale Dda, il perdurante impegno assicurato dal personale amministrativo dell’ufficio di Procura e dalla Guardia di Finanza impegnata nelle operazioni”. Inoltre, ”la politica di aggressione patrimoniale rappresenta, infatti, un punto fermo irrinunciabile nella lotta alla camorra casalese. I risultati raggiunti, anche solo in termini squisitamente economici, ribadiscono la necessita’ di proseguire sulla strada intrapresa”.