CASERTA – E’ stato un tappo di una bottiglia d’acqua minerale, che emanava un forte odore di benzina, ad incastrare Giuseppe Di Nuzzo, 37 anni, ora accusato di avere incendiato a scopo intimidatorio l’auto di un imprenditore del Casertano.
La Mercedes “Classe A” di Alfonso Valentino – imprenditore e direttore tecnico della “Valentino Trans srl”, società operante nel settore del trasporto merci, oltre che socio della ditta di onoranze funebri “Fratelli Iorio snc” – è stata trovata ieri sera completamente distrutta dalle fiamme dagli agenti del commissariato di Maddaloni in località Messercola di Cervino (Caserta). Valentino era stato già oggetto di un episodio intimidatorio nel maggio del 2010, quando ignoti esplosero diversi colpi d’arma da fuoco verso la sua abitazione. Dalle indagini avviate dalla Squadra Mobile di Caserta, diretta dal vice questore aggiunto Angelo Morabito, e dalla polizia scientifica, è emerso che i responsabili dell’attentato incendiario potevano essere elementi affiliati al clan Belforte, attivo nella zona. I sospetti degli investigatori si sono concentrati su Giuseppe Di Nuzzo, 37enne poi rintracciato durante la notte a bordo di una vettura alimentata a gasolio. Durante una perquisizione dell’auto i poliziotti hanno trovato, sotto il sedile anteriore del lato guida, un tappo in plastica di colore bianco, contrassegnato dalla dicitura “Società Generale delle acque minerali a r.l.”, che emanava un forte odore di benzina. Di Nuzzo – che viaggiava su un’auto alimentata a gasolio – non è riuscito a fornire una spiegazione plausibile sulla presenza di quel tappo e per questo motivo è stato fermato con l’accusa di concorso in incendio pluriaggravato, commesso per agevolare l’attività di estorsione dell’associazione camorrista dei Belforte. Di Nuzzo è stato quindi chiuso nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere a disposizione del Procuratore della Repubblica.