“Negli appalti di opere pubbliche del Mibact, ai lavoratori e alle lavoratrici, viene applicato un contratto difforme con quanto stabilito dal nuovo codice degli appalti”. E’ questo quanto sostiene la FILLEA CGIL Campania che chiede maggiori tutele per i lavoratori impegnati anche altutelela Reggia di Caserta. “Per gli operatori del restauro, vero patrimonio di competenze e professionalità non adeguatamente riconosciuta, non è applicato il contratto nazionale edile sottoscritto dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, ma quello sottoscritto da Finco e UGL, che declassa i lavoratori, fa perdere diritti e salario già acquisito da decenni dai lavoratori del settore – si legge nella nota del sindacato – In questi cantieri i restauratori percepiscono stipendi inferiori a quanto previsto dal contratto edile per centinaia di euro. Un contratto che rischia di “penalizzare ulteriormente chi è già vessato dalla precarietà”, con l’elusione di norme fondamentali a tutela della sicurezza e della giusta retribuzione. La Reggia di Caserta, che rientra nel patrimonio artistico e culturale del nostro paese, è tra le opere commissionate dal Mibact. Anche qui i lavoratori impegnati nella realizzazione di tale opera subiscono violazioni legislative e contrattuali come mancato pagamento delle spettanze dovute, mancato riconoscimento di diritti costituzionali come malattia ed infortunio, sottrazione di salario accessorio come gli assegni familiari e addirittura mancati rimborsi fiscali. La FILLEA CGIL ha chiesto alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, nella persona del Direttore Regionale e dell’Ufficio della Direzione Lavori, un incontro con l’Impresa appaltatrice ReseArch Consorzio Stabile e l’Imprese esecutrice Vanvitelli scarl, senza ricevere alcuna disponibilità”.