Negozi, appartamenti, ville e garage sequestrati in Emilia-Romagna, Campania, Lombardia e Veneto per un totale di 38 immobili e un valore minimo di 7 milioni di euro. E’ il risultato dell’operazione ‘Coast to coast’ del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, sulle proprietà di Michele Pezone, 53 anni, imprenditore originario di Aversa, con frequentazioni strette con gli uomini del clan dei Casalesi.

In particolare con quel Paolo Ceceri, noto per la maxi inchiesta sulla Italburro (il ‘burro della camorra’ fatto con ossa essiccate di bovini). Pezone è una vecchia conoscenza degli investigatori del nucleo tributario. Le sue tracce a Rimini le avevano già incrociate nel 2008, quando aveva effettuato lavori di intonacatura nella palazzina riminese di via Roma, costruita con l’intento di ospitare gli uffici della nuova Questura. Già nel 2008, la Finanza era riuscita ad ottenere il sequestro preventivo di 26 immobili in mezza Italia riconducibili a Pezone. Case e appartamenti in odore di criminalità organizzata. La novità ora sta nella sentenza di confisca di primo grado, emessa dal Tribunale di Bologna, seconda sezione penale, per i 38 immobili in disponibilità di Pezone, con una sproporzione evidente rispetto al reddito prodotto o all’attività economica svolta.”E’ l’aggressione dei patrimoni illeciti della criminalità organizzata – ha spiegato il comandate della Guardia di Finanza di Rimini, il colonnello Mario Venceslai – con l’applicazione delle procedure previste dalla normativa antimafia”. E’ la strategia del “doppio binario”, quello amministrativo e quello penale, che sigilla le proprietà con due diversi provvedimenti. I beni sono già in disponibilità dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati. In particolare sono stati oggetto di provvedimento 15 immobili in Campania: 5 appartamenti e 5 garage a Giuliano in Campania, un appartamento e due garage ad Aversa, una villa e un garage a Sessa Aurunca. Un appartamento e un garage in Lombardia a Sermide (Mantova). 21 immobili in Veneto: una villa, un garage e un’area urbana destina a a parcheggi, a Jesolo, un negozio, un garage e un appartamento a San Donà di Piave, 8 garage e 4 appartamenti a Portogruaro, un negozio a Bagnoli di Sopra, un garage e un appartamento a Ponte San Nicolò. L’operazione ‘Coast to Coast’, ha aggiunto Venceslai, è stata “un’indagine complessa con tecniche avanzate” che mira a limitare la politica espansionistica dei clan mafiosi. Quanto a Michele Pezone, condannato nel febbraio di quest’anno a 7 anni per usura, estorsione reati commessi a danni di imprenditori in Emilia Romagna e Veneto, ha dimostrato, negli anni, di avere frequentazioni pericolosa facendosi spesso vedere con uomini del clan Schiavone. In regione ha scelto Bologna, dove ha fissato la sua base operativa e dove tra il 2005 e il 2006 è stato oggetto delle prime indagini partite proprio da denunce di imprenditori locali ‘strozzati’. Tra il 2007 e il 2008 a Pezone venne contestato il trasferimento fraudolento di valori con il conseguente sequestro penale di 26 immobili che poi sono diventati 38. Nel 2008, a suo carico sono scattate le contestazioni di reato per aver fatto parte dei lavori di costruzione delle opere di realizzazione del Comitato olimpico, senza l’autorizzazione dell’autorità competente. Nei primi mesi di quest’anno la condanna a sette anni per usura. Nel 2011, Pezone è stato proposto per la misura di prevenzione patrimoniale della confisca e nell’aprile di quest’anno è stata emessa la sentenza di confisca dal Tribunale di Bologna. (ANSA).

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