SAN NICOLA LA STRADA – Il Sindaco Pasquale Delli Paoli, con Ordinanza nr. 30 del 3 giugno 2014, ha ordinato la chiusura di tutti i pozzi dell’area Lo Uttaro, insistenti nel territorio di San Nicola la Strada, a scopo idropotabile, irriguo o abbeveraggio bestiame. L’Ordinanza segue di pochi giorni la lettera che il Sindaco di San Marco Evangelista, Gabriele Cicala, aveva inviato mercoledì 28 maggio 2014, “Alla GISEC SPA, alla Provincia di Caserta, ai Sindaci dei comuni di Caserta, di San Nicola La Strada, di Maddaloni, nonché alla Regione Campania, e p.c. Alla Sogesid S.P.A., Al Ministero dell’Ambiente, alla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di S. Maria C.V. Nella missiva, il primo cittadino sammarchese: “…. Facendo seguito al tavolo tecnico tenutosi in data 21 maggio 2014 presso la sede della UOD “Autorizzazioni ambientali e rifiuti” della Regione Campania, sita al Centro Direzionale, Loc. San Benedetto, Caserta” aveva chiesto di disporre un intervento urgente in ottemperanza alle azioni proposte dall’ARPAC e, precisamente: l’adozione, nel più breve tempo possibile, di tutti gli interventi finalizzati alla messa in sicurezza d’emergenza in relazione alla contaminazione riscontrata nella falda sotterranea; la rimozione ed avvio a smaltimento, nel più breve tempo possibile, dei rifiuti pericolosi costituiti da frammenti di materiale da costruzione contenenti amianto, riscontrati nella discarica Lo Uttaro. Nelle more della rimozione, adottare ad horas presidi ambientali atti ad evitare possibile trasporto eolico delle fibre di amianto”. Il sindaco Delli Paoli, a seguito del verbale redatto il 21 maggio 2014 al tavolo tecnico della Regione Campania, visto che la stessa Commissione era giunta alla conclusione che bisognava fare ulteriori analisi per poter constatare la reale contaminazione da arsenico su tutto il territorio dell’area Lo Uttaro e fino a 500 metri dal perimetro esterno della stessa area, invitando, pertanto, tutti i Sindaci dei comuni interessati ad emettere ordinanza preventiva per la sospensione dell’utilizzo delle acque dei pozzi, ha interdetto l’utilizzo delle acque sotterranee emunte dai pozzi siti in Via Monti, Via Circumvallazione e Via Cento a scopo idropotabile, cioè adibite al consumo umano, irriguo o abbeveraggio del bestiame. L’allora sindaco pro-tempore, Angelo Antonio Pascariello, nel mese di giugno del 2010, facendo seguito ad una precisa nota dell’ARPAC trasmessa dalla Provincia e dalla Prefettura relativa agli esiti delle analisi effettuate sui campioni delle acque sotterranee prelevati dai pozzi ubicati nell’area ex Saint Gobain, che denunciava come fossero superati i limiti di legge per quanto riguarda la concentrazione di arsenico e di metalli tossici in detti pozzi, con grave pericolo per la salute pubblica, aveva già vietato l’uso dell’acqua dei pozzi a salvaguardia della salute pubblica. Solo ora, però, dopo l’esplosione dello scandalo relativo a quella che viene oggi comunemente definita “La Terra dei Fuochi”, le istituzioni nazionali e regionali tentano, in un estremo gesto di scrollarsi di dosso l’etichetta di aver ignorato il problema già noto dagli anni ’90, di correre ai ripari. Resta, però, sulla loro coscienza (ne hanno una ?) la strage di inermi cittadini la cui unica colpa è quella di risiedere nelle aree da bonificare e che hanno respirato, bevuto, mangiato prodotti risultati ora contaminati.
Nunzio De Pinto