Sei medici sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo dopo la morte di Elena Trepiccione, avvenuta nella primavera del 2012 dopo 48 giorni di agonia nella clinica “Santa Maria della Salute” a Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Lo ha deciso il gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Nicoletta Campanaro, che ha accolto le richieste del pm Giacomo Urbano. Fu il figlio della vittima, Giovanni Carrillo (difeso dagli avvocati Alfonso e Angelo Reccia), poliziotto in servizio alla Questura di Napoli, a presentare denuncia prima ancora che la madre morisse nel giugno 2012. Quella della Trepiccione, è emerso dalla perizia firmata dai tre medici legali Antonio Perna, Giuseppe Saggese e Luca Lepore nominati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, fu una vicenda dolorosa durata 48 giorni. Nella clinica Santa Maria della Salute la donna, che aveva 69 anni, fu sottoposta a due interventi chirurgici su input del suo ginecologo Franco Lopez (rinviato a giudizio insieme agli altri medici Antonietta Esposito, Antimo Di Monaco, Andrea Tartaglione, Marco Maria Crescenzo Muto e Michele Scapaticci). In un primo intervento (il 26 aprile 2012) i medici dichiararono di aver asportato un cancro all’utero, in particolare un “adenocarcinoma endometriale”. La signora continuò però ad avere dolori e fu nuovamente operata, il 3 maggio successivo; questa volta i medici della clinica le asportarono 50 centimetri di intestino. In quel frangente i familiari vennero continuamente rassicurati sulla bontà degli interventi. Dopo pochi giorni, il 9 maggio, la donna fu però portata d’urgenza alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno, dove emerse che l’intestino era stato perforato, e la donna restò in terapia intensiva per un mese e poi morì. L’autopsia rivelò che la massa evidenziata all’interno dell’utero, asportato durante la prima operazione, non era di natura tumorale ma era un banale fibroma. Sulla vicenda fu presentata a giugno 2012 un’interrogazione parlamentare (primo firmatario Maria Antonietta Farina Coscioni, del Pd); in risposta nel novembre successivo il sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale inviò gli ispettori nelle due case di cure; per quella di Castel Volturno è però emersa l’assoluta estraneità ai fatti essendo stato accertato che i medici fecero tutto il possibile per salvarla. Gli imputati dovranno comparire per il dibattimento il prossimo 28 maggio davanti al giudice monocratico Eleonora Pacchiarini.