“Noi abbiamo chiesto un semplice permesso a costruire ed è tutto in regola. Se il comune ha sbagliato chi lo ha fatto si assumerà le conseguenze”. Non ha dubbi sulla legittimità della licenza edilizia Vincenzo Spuma, nipote del proprietario dell’ormai nota Cappella situata nel cimitero di Sant’Arpino. L’opera supera di oltre 1 metro il perimetro delle altre costruzioni sepolcrali invadendo il marciapiede. La protesta inizia l’anno scorso per le segnalazioni di un comune cittadino, Santolo Marroccella, che ha notato la sporgenza della costruzione e ha chiesto spiegazioni all’amministrazione. Le sue richieste sono rimaste però inascoltate. A settembre 2018 sulla scorta degli esposti il comune ordina la demolizione in autotutela della parte difforme dalla concessione, ma da allora è tutto fermo. Una pietra tombale, è proprio il caso di dirlo, è stata messa dal primo cittadino Dell’Aversana che è rimasto in religioso silenzio fino ad ora nonostante le tante richieste di delucidazioni da parte di Marroccella. “Ci sono stati controlli che hanno accertato – osserva Vincenzo Spuma – che la cappella è conforme alla licenza. Ci hanno autorizzato a continuare i lavori. Ne è prova la determina n. 69 del 12/04/19. Se hanno sbagliato, noi ci sentiamo parte lesa e ci dovranno pagare i danni”.
Nel provvedimento in questione si legge: “Le caratteristiche del costruendo manufatto sono rispettose di tutte le caratteristiche riportate nel Regolamento di Polizia Mortuaria, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 52 del 28.06.1996al quale, pertanto è conforme”. Il problema secondo Spuma sarebbe un altro. “La falla è nel regolamento cimiteriale. Se domani si sveglia qualcuno che vuole costruire ad esempio 1 metro e 20 fuori, in termini di legge lo può realizzare. È questo l’errore grave del comune di Sant’Arpino. Andrebbe cambiato il regolamento comunale. Nessuno si muove. Si potrebbero mettere a tacere tante cose con un minimo intervento”. Ancora una volta giriamo l’osservazione al sindaco Dell’Aversana e alla sua maggioranza. Sperando che stavolta due paroline le dicano ed escano dalla pratica del silenzio che si addice molto di più a chi fa yoga che ad un’amministratore locale.
Valentina Piermalese
LA DETERMINA