La Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal Vice Questore dr. Alessandro Tocco, ha arrestato in flagranza di reato un altro pusher, questa volta in pieno centro a Caserta. Infatti, da giorni, gli investigatori erano impegnati in servizi di appostamento ed osservazione nell’area dei “giardini della flora”, in piazza Gramsci a Caserta, divenuta da tempo ritrovo di giovani consumatori di stupefacenti.

L’attenzione dei poliziotti era attirata dalla presenza di un uomo, poi identificato in Nicola Cionti, 34enne di Caserta, il quale veniva ripetutamente contatta da giovani, con i quali, dopo avere scambiato poche, repentine battute, si allontanava per le vie del centro storico. La condotta, lasciava intuire che il 34enne in quelle circostanze, trattasse l’acquisto di sostanza stupefacente, consegnata poi n un luogo diverso, anche perché manteneva un atteggiamento circospetto e guardingo durante l’attesa dei suoi “clienti”. L’intuito degli investigatori, abilissimi nel pedinare ed osservare per alcuni giorni il sospetto senza essere scoperti, si rivelava fondata nel tardo pomeriggio di ieri, allorquando Gionti, seduto su una panchina in Piazza Gramsci, veniva notato mentre, dopo essere stato contattato da un giovane si allontanava insieme allo stesso.

I poliziotti, con estrema circospezione, pedinavano i due e, dopo alcune centinaia di metri, nel momento in cui notavano che essi si scambiavano qualcosa, intervenivano bloccandoli. Al momento del controllo, il giovane che era insieme al 34enne Nicola veniva trovato in possesso di 3,25 grammi di hascisc, che ammetteva di avere acquistato da questi, mentre il pusher aveva nelle tasche la consistente somma di 630 euro, evidentemente il provento dell’attività di spaccio del pomeriggio. Pertanto, l’uomo, incensurato, disoccupato, veniva arrestato in flagranza di reato per cessione di sostanza stupefacente del tipo hascisc, e tradotto al carcere di S. Maria C.V, il denaro in suo possesso sequestrato, mentre all’acquirente, studente universitario di un comune della provincia, veniva contestata l’illecita detenzione, per uso personale, della dose appena acquistata.

 

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