Domenica 18 settembre 2016 ricorre l’VIII anniversario della ‘Strage di Castel Volturno’ nella quale persero la vita 6 giovani ghanesi. Il centro sociale Ex Canapificio, il Movimento dei Migranti e dei Rifugiati di Caserta, la Caritas e Migrantes con i Comboniani, Ass.ne dei Senegalesi, Libera e il Forum del Terzo settore, anche quest’anno organizzano una giornata di commemorazione. L’appuntamento è alle ore 11.00 di domenica 18, al km 43 SS Domiziana, nei pressi della Sartoria “Ob ob Exotic Fashions (Ischitella— Castel Volturno). Laici, musulmani, pentecostali e cristiani celebreranno quella strage razzista di gente innocente. Sono passati ormai otto anni da quel fatidico 18 settembre 2008. Quella data è impressa nella memoria locale e nazionale come il giorno, appunto, della “strage di Castel Volturno”. L’espressione “Strage di Castel Volturno” ha assunto nel corso degli anni un insieme di significati e declinazioni. Quando si richiama quel sintagma, inevitabilmente rimbalzano alla mente concetti come razzismo, esclusione sociale, intolleranza, camorra. L’eccidio di Castel Volturno è sicuramente un “concentrato” di tutto questo, un’espressione della rottura dei legami sociali, evocativa anche del fallimento istituzionale di arrestare quei fenomeni distruttivi di valori e principi alla base di una libera e pacifica convivenza. Quel massacro ci ricorda che un cambio di rotta è assolutamente necessario, affinché alle plurime declinazioni negative che quel concetto evoca, possano sostituirsi espressioni come solidarietà, convivenza e inclusione. Ciò spiega allora perché dal 2008 siamo impegnati nel mantenere vivo il ricordo di quelle vittime innocenti: urlare, anche nel loro nome, perché le condizioni del litorale domitio possano finalmente migliorare! Ed è proprio in quest’ottica che da anni spingiamo al fine di vedere costituita una “giornata della memoria”. È importante infatti che il 18 settembre divenga una data fondamentale per la cittadinanza di Castel Volturno, un’occasione per creare percorsi di collaborazione ed educazione, partendo proprio dalle istituzioni scolastiche. Ma ciò non basta. Riteniamo necessario ed urgente che venga realizzato un vero e proprio “piano per Castel Volturno”, un progetto volto da un lato, ad una riqualificazione complessiva dell’intera area; dall’altro, ad una politica di riduzione dell’immigrazione irregolare insistente sul territorio, mediante politiche di regolarizzazione e percorsi di inserimento lavorativo. Solo consentendo la riduzione delle sacche di irregolarità è possibile, del resto, arginare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo, quale incubatore di conflitti sociali dai risvolti sempre più drammatici! A tal proposito sarebbe quanto mai opportuno che il Parlamento nazionale rimetta mano al reato “di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo”; tale norma, infatti, si è rivelata assolutamente inadeguata a contrastare le plurime forme in cui si manifesta il “lavoro nero”, in particolare i casi in cui lo “sfruttatore” sia esclusivamente il datore di lavoro! La nostra partecipazione alla commemorazione assume, allora, anche il valore di una sorta di “pellegrinaggio civile”, affinché la “Strage di Castel Volturno” possa essere il propulsore, la spinta emotiva per il cambiamento e per il recupero di un territorio definitivamente abbandonato a se stesso.

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