La polizia sta eseguendo nel casertano quasttro misure cautelari in carcere nei confronti di esponenti del clan Belforte emesse dal gip del tribunale di Napoli nell’ambito di indagini su un tentato omicidio. I fatti risalgono al novembre 1998 e riguardano una faida che contrappose i Belforte ai Piccolo con 20 omicidi in un triennio.
Le due fazioni erano legate anche alla Nco di Raffaele Cutolo l’una e alla Nuova Famiglia l’altra, alleata a sua volta con i Casalesi. Le indagini sull’episodio, chiuse nel 2005, sono state riaperte nel febbraio di questo anno permettendo il riscontro delle responsabilita’ dei fratelli boss Domenico e Salvatore Belforte anche nella detenzione di un arsenale con mitragliatori ed esplosivi sequestrato proprio nel novembre 1998 dalla polizia. I provvedimenti sono stati appunto notificati ai due fratelli boss e a Vittorio Musone e Francesco Zarrillo, anche loro gia’ in carcere. Il tentato omicidio e’ quello di Angelo Villalunga, fiancheggiatore dei Piccolo, aggredito la sera del 14 novembre a Portico di Caserta. Il sicario era Zarrillo, armato di fucile da caccia modificato, a bordo di una moto guidata da un complice; raggiunto l’impianto di erogazione gas da autotrazione abusivo gestito da Villalunga, che era in aperta campagna, l’uomo sparo’ senza ferire il suo bersaglio che anzi tento’ di disarmarlo e riusci’ a deviare l’arma per poi fuggire coperto dal buio del luogo. Pattuglie della Squadra Mobile intercettarono poi una vettura su cui Zarrillo e due complici, a sua volta, tentava di lasciare il luogo dell’agguato, e la insegui’. Il killer fuggi’ a piedi scavalcando un muro ma perdendo due pistole semiautomatiche.












