Oltre 500 persone, tra cui soprattutto studenti, hanno preso parte questa mattina a Maddaloni alla marcia organizzata dal Comune per protestare contro le mancata bonifiche da parte delle istituzioni dei siti dell’ex Masseria Monti e dell’ex Foro Boario. Le due aree sono vicine l’una all’altra e ben visibili dalla superstrada statale che collega Caserta a Maddaloni per poi congiungersi con la via Appia. La prima è un’ex cava riempita negli anni di materiali altamente tossici, tra cui amianto, scarti di lavorazioni di altiforni, metalli pesanti, cemento, come emerso qualche settimana fa dalle verifiche eseguite dal consulente tecnico incaricato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere; dopo il polverone di quei giorni è però tornato il silenzio e di eventuali lavori di messa in sicurezza dell’ex cava non si è saputo più nulla.

L’ex Foro Boario è invece una discarica da cui continua ad uscire il biogas attraverso le cosiddette fumarole, ben visibili agli automobilisti; per il sito sono state anche eseguite le gare d’appalto per le bonifiche e affidati i lavori ma le opere, gestite dalla Sogesid, società del Ministero dell’Ambiente che si occupa di bonifiche, non sono mai partite. La marcia è partita alle 10 da piazza della Vittoria, di fronte al Municipio, per concludersi proprio all’ex Foro Boario; in testa al corteo lo striscione “Per Amore della mia terra non tacerò” ispirata con una piccola modifica alla celebre frase di don Diana (Per Amore del mio popolo non tacerò), e poi il sindaco Rosa De Lucia con tanti studenti delle scuole maddalonesi, i rappresentanti del Convitto Nazionale, di associazioni e comitati, come Libera e il Coordinamento Terra dei Fuochi di Maddaloni. “La marcia non è contro nessuno – spiega il primo cittadino De Lucia – io e i miei concittadini, tra cui gli in particolare gli agricoltori, vogliamo solo chiarezza dalle istituzioni su quelli che saranno gli interventi; per questo chiedo di essere ricevuto sia dal Procuratore Aggiunto di Santa Maria, Raffaella Capasso, che coordina gli interventi di verifica ambientale, e dalla Regione. Chi lavora la terra deve sapere se può usare l’acqua per irrigare, e anche se può coltivare”.

 

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