CASERTA – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di C’aserta hanno disvelato l’esistenza di un’organizzazione criminale finalizzata al compimento di una serie di trulle poste in essere in tulio il territorio na/ionale in danno di medici. Allo stato, peraltro, sono state individualo soltanto due delle persone dedite all’altiviià criminale anche se si suppone la presenza di altri compiici nell’attività.
Si tratta di due donne, una di origine elvetica e l’altra di nazionalità italiana (dipendente di Poste Italiane S.p.A. e con precedenti specifici per analoga truffa). Le indagini, coordinale dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Velcro, sono nate in seguito a una denuncia presentata nell’agosto 201 1 da un medico truffato, operante nella provincia di Caserta.
I finanzieri, su decreto emesso dalla Procura, hanno eseguito, in questi giorni, il sequestro di un sito internet facente capo alle due donne organizzatrici dell’attività Iruffaldina e di una casella postale della quale essa si servivano. La Iruffa veniva perpetrala, inlatti, mediante il sito internet registromedici.com (“II Registro Italiano dei Medici”), di proprietà di una società portoghese. Utilizzando una casella postale ubicata presso la liliale di Poste Italiane di Lodi, intestata a una donna di nazionalità Svizzera residente in Portogallo.
L’escussione dei vari professionisti coinvolti nella vicenda e la disamina della documenta/ione acquisita ha consentilo agli inquirenti di ricostruire l’ingegnoso meccanismo attuato dai truffatori: la società portoghese inviava a medici operanti su lutto il nostro territorio na/ionale quantificali dalla Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi o degli Odontoiatri (L.N.O.M.C.O.) in circa 350.000 iscritti un modulo preslampato di iscri/ione e/o aggiornamento ad una banca dati on-line apparentemente gratuita, tenuta dal “Registro Italiano dei Medici” per promozionali dell’attività svolta. Al prestampato veniva allegata una lettera dal contenuto ingannevole, nella quale si spiegava ai destinatari che. nel caso non avessero voluto aderire alla richiesta, avrebbero dovuto apporre una croce in un apposito spazio indicato sul modulo e rispedire al mittente il modulo slesso; in caso contrario, il silenzio sarebbe stato interpretato come assenso all’adesione e/o rinnovo dell’accordo contrattuale.
I medici che non volevano aderire alla proposta erano quindi obbligati a compilare il modulo o a rispedirlo presso la casella postale di Lodi. Sennonché. anche questo non bastava, in quanto anche questa attività comportava in realtà adesione ovvero prosecuzione del contratto a titolo oneroso con la società portoghese, e ciò sulla base di una piccola postilla abilmente celata in una parte del modulo e di difficile individua/ione.
L’abile e sottile raggiro escogitato dall’organizzazione ha comportalo, su tutto il territorio na/ionale. la sottosen/.ione di migliaia di contralti a titolo oneroso, della durata triennalee per un importo annuale di 1.300 euro, da parie di altrettanti medici italiani, operanti sia nel pubblico sia nel privato, comimi semplicemente di iscriversi gratuitamente a una banca dati riconducibile alla Federazione o all’Ordine di appartenenza.
I proventi della trulla sono stati perciò quantificati dalla slessa Guardia di Finanza in circa 64 milioni di euro, gran parte dei quali poi transitali in conti esteri.
Molli dei medici giù incorsi nella truffa per il primo anno, al momento del sollecito di pagamento della fattura per l’annualità successiva, avendo minacciato di informare della vicenda la Guardia di Finanza si sono visti prima recapitare una lettera con la quale la somma iniziale veniva decurtata di 300 euro e. a seguito di ulteriori energiche proteste, si sono visti recapitare poi una seconda lettera con la quale si pretendeva la somma di 500 euro per rescindere il contralto prima dei tre anni.
La condotta truffaldina era già stata riconosciuta dall’Autorità Garante della Coneorrenza e del Mercato, la quale, avendo slabililo trattarsi di pubblicità ingannevole, aveva irrogato alla società portoghese la sanzione pecuniaria di 100 mila euro.