FONTEGRECA – Il sindaco Antonio Montoro del comune di Fontegreca, nel Casertano, e quattro tecnici del comune sono stati denunciati per reati che vanno dal falso in atto pubblico, alla truffa aggravata, all’abuso d’ufficio. Oltre al primo cittadino,
indagati il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Fontegreca, due imprenditori uno di Torrecuso (BN) e l’altro di Fontegreca, nonche’ un ingegnere originario di San Potito Sannitico, ma con studio professionale a Piedimonte Matese. Due i filoni di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Alla base di tutto, per gli inquirenti, c’era un accordo tra un dirigente del Comune, un ingegnere e alcuni professionisti. Il primo filone investigativo e’ partito da una verifica della regolarita’ di alcune gare di appalto indette dal Comune, una delle quali prevedeva anche l’acquisto di beni da parte dell’Ente; i finanzieri hanno individuato dei pagamenti fittizi a favore di una societa’ con sede in Provincia di Benevento, a fronte di una fornitura di apparati informatici ed arredi vari in realta’ mai effettuata, i cui costi sono stati giustificati con fatturazione finta per un importo di 22 mila euro e false attestazioni. Il mobilio e le attrezzature tecniche dovevano servire per arredare ed informatizzare alcuni uffici del Comune. Il secondo filone riguarda un presunto abuso d’ufficio del responsabile dell’ufficio Tecnico in concorso con gli altri indagati. In pratica, nel corso dell’ esecuzione dei lavori di adeguamento dell’edificio scolastico di Fontegreca, sarebbe stata redatta una perizia di variante illegittima, finalizzata ad ottenere un ingiusto vantaggio patrimoniale alla ditta appaltatrice. Cosi’, sono scattate le denunce. Il giudice, inoltre, ha disposto, nei confronti di I. A. 53 anni e di R. A. di 76, la misura interdittiva della durata di due mesi della sospensione dall’ufficio di Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Fontegreca e del divieto di esercitare la professione di ingegnere, nonche’ il sequestro preventivo, sempre nei confronti degli stessi, di beni fino alla concorrenza dell’importo di 22 mila euro.