SAN NICOLA LA STRADA – Nella “Terra dei Fuochi” si muore molto di più di cancro rispetto alla media del paese: è quanto risulta da uno studio dell’istituto dei tumori “Pascale” di Napoli effettuato negli ultimi tempi. I dati raccolti parlano di “differenze statisticamente significative” e “mortalità in eccesso”: il raffronto non è fatto soltanto con l’Italia, ma anche con altre aree della Campania.
Dopo la sconvolgente notizia, anche a San Nicola La Strada torna prepotentemente alla ribalta l’aumento abnorme, rispetto alla media nazionale, dei casi di decesso per tumori. E non possiamo essere soddisfatti visto che recenti analisi dell’ARPAC Campania evidenziano nelle discariche idrocarburi, toluene altri composti nelle acque dei pozzi spia e nei suoli oltre i limiti di legge. La situazione è altamente drammatica ma già da oltre dieci anni, nel lontano 2001-2003, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aveva pubblicato un rapporto (che in molti hanno dimenticato o cercato di far passare in silenzio) denunciando l’aumento abnorme delle morti per tumore, specialmente fra quelle di minori. Gli anni passano ed i nostri politici non fanno nulla. La Regione Campania, nel 2003, ha effettuato, con l’aiuto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, del C.N.R., della Protezione Civile, uno studio epidemiologico sulle neoplasie e sulle malformazioni neonatali presenti nella popolazione, che prese il nome di: “Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana”. I dati regionali individuarono dei comuni in cui c’era ha una maggiore incidenza di malattie tumorali e di malformazioni. Fra questi, ricordiamo: Aversa, Capodrise, Casagiove, Casal di Principe, Caserta, Castel Volturno, Marcianise, San Cipriano d’Aversa, Santa Maria Capua Vetere, San Nicola la Strada, Villa Literno, Afragola, Arzano, Caivano, Casoria, Frattamaggiore , Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Marigliano, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Pomigliano d’Arco, Sant’Antimo e Volla. A suo tempo, venne anche pubblicato un rapporto, commissionato dal Dipartimento di Protezione Civile – all’epoca guidato da Guido Bertolaso – e condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal CNR, dall’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Al progetto concorsero l’Osservatorio Epidemiologico Regionale della Campania, l’ARPA Campania e le strutture sanitarie territoriali, fra cui L’ASL CE1. Questo rapporto evidenziò una forte corrispondenza tra la presenza di discariche di rifiuti e/o inceneritori e l’aumento di mortalità per cause tumorali all’interno di un’area territoriale. Le analisi consentirono l’identificazione di un’area nella quale la mortalità generale e i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono particolarmente alti. Numerosi comuni segnalati dal rapporto si caratterizzano per vari sedi tumorali, tra le quali figurano il tumore maligno dello stomaco, del rene, del fegato, di trachea – bronchi e polmoni, della pleura e della vescica. Esistono segnalazioni epidemiologiche che li hanno messi in relazione ad esposizioni strettamente ambientali derivanti dalla vicinanza residenziali a siti di trattamento dei rifiuti. Nel territorio studiato, che fa riferimento al periodo 1994-2001, fra le altre città c’è anche San Nicola La Strada. Che l’emergenza ambientale nel nostro territorio sia diventata molto seria ce ne eravamo già accorti. Quando alla sensazione comune si aggiungono dati scientifici allora la situazione diventa allarmante. Ora che finalmente è esplosa la situazione che dal 1993 era stata tenuta segreta e la provincia di Caserta è stata chiamata “La Terra dei Fuochi”, la situazione è ancora più allarmante. Dei comuni in provincia di Caserta, quello che ha la mortalità più alta per cause tumorali (in riferimento al periodo 2000-2008) è Santa Maria Capua Vetere. Il dato viene fuori da uno studio dell’ospedale Pascale di Napoli. Andando a scorrere le numerose slide in cui sono riassunte le morti causate da ogni tipo di tumore, il comune casertano che si trova con gradi di mortalità più alti è proprio la città dell’Anfiteatro Campano. Per il tumore della mammella, inoltre, Santa Maria Capua Vetere è l’unico, dei comuni presi in esame, con una differenza di mortalità statisticamente significativa rispetto alla norma. Caserta, Maddaloni e Marcianise sono tra quelli in cui ci sono le maggiori morti per singole tipologie di tumore (per gli uomini: vescica, polmone, colon retto, fegato; per le donne: mammella, colon retto, fegato). In relazione ai tumori femminili, i comuni casertani con mortalità in eccesso per tumori delle donne sono: San Cipriano d’Aversa, Santa Maria Capua Vetere. Con mortalità nella norma: Casal di Principe, Casaluce, Casapulla, Caserta, Castel Volturno, Gricignano di Aversa, Maddaloni, Marcianise, Mondragone, Orta di Atella, Parete, Recale, San Felice a Cancello, San Marcellino, San Nicola la Strada, San Prisco, Santa Maria a Vico, Santa Maria la Fossa, San Tammaro, Sessa Aurunca, Sparanise, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa Literno. In campo maschile, invece, per i tumori degli uomini rientrano tra i comuni con differenza di mortalità statisticamente rilevante: Marcianise e Santa Maria Capua Vetere. Tra quelli con mortalità in eccesso: Casal di Principe, Maddaloni, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d’Aversa, San Nicola la Strada, Santa Maria la Fossa, Teverola.
Nunzio De Pinto