Un ruolo chiave per i sei arresti, compiuti dai carabinieri di Aversa questa mattina, lo hanno avuto le dichiarazioni di Salvatore Venosa, capo dell’omonimo gruppo criminale, che da pochi mesi è diventato collaboratore di giustizia. Come egli stesso ha raccontato agli investigatori, dopo la cattura dei boss Antonio Iovine e Michele Zagaria aveva assunto il comando del clan dei casalesi. “Ho fatto parte del clan dei casalesi – ha messo a verbale Venosa l’11 giugno scorso – anche se la mia famiglia ha sempre costituito un clan a sé stante.
Ho fatto parte di questo clan dal 1992 ad oggi. Ho commesso omicidi, tentati omicidi, estorsioni ed altro. Voglio precisare che io, essendo più anziano ed avendo più capacità, ho occupato, con il consenso di tutti gli affiliati, il posto di Iovine Antonio e Zagaria Michele… Voglio precisare – si legge ancora nel verbale – che io gestivo la cassa del clan per gli affiliati già facenti capo a Zagaria Michele e Iovine Antonio, in particolare ero io che distribuivo i soldi per i detenuti al 41 bis… La mia reggenza é iniziata subito dopo l’arresto di Iovine Antonio. Le attività delinquenziali del clan erano principalmente le estorsioni, si decise che non si dovevano più commettere omicidi e sparatorie, perché non conveniva più a nessuno”. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho e dai sostituti Cesare Sirignano, Giovanni Conzo, Antonello Ardituro, Luigi Landolfi e Catello Maresca.