Sono emersi soprattutto fanghi di probabile origine industriale dagli scavi effettuati da lunedi’ 17 febbraio ad oggi a Villa di Briano nel Casertano, in un terreno ubicato (in via Kruscev, ndr) al confine con il Comune di Casal di Principe, a pochi passi dal cimitero dove e’ sepolto Don Peppe Diana.

Le operazioni, coordinate dai carabinieri della compagnia di Mondragone e dagli uomini del Corpo Forestale di Napoli, sono state ordinate dai magistrati della Dda di Napoli sulla base delle dichiarazioni dei due pentiti del clan dei Casalesi Francesco Della Corte e Roberto Vargas, che hanno parlato di fusti con materiali altamente tossici interrati nel fondo dagli uomini della cosca. Nel gennaio scorso il terreno, che sorge a pochi passi dalla superstrada Nola­Villa Literno, fu gia’ oggetto di una campagna di scavi andata avanti per circa dieci giorni; in quella circostanza furono scavate quattro buche della profondita’ di 20 metri (la falda acquifera e’ a 12 metri, ndr), ed emerse una vera e propria discarica riempita con materiale di scarto dell’edilizia, in particolare pezzi di amianto, cemento, ferro, ma anche centinaia di copertoni, e un’auto ridotta ad ammasso di lamiere. Dal sottosuolo spuntarono inoltre cinque bidoni di latta con tracce di idrocarburi e solventi. Secondo gli investigatori parte del materiale rinvenuto proverrebbe proprio dai cantieri della vicina arteria statale e sarebbe stato interrato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. In questi giorni le ruspe hanno scavato altre due buche ma dei fusti indicati dai pentiti non e’ stata trovata ancora traccia. Non e’ emerso neanche altro materiale di risulta ma soprattutto fanghi; numerosi i campioni prelevati che saranno analizzati nei prossimi giorni. Le buche verranno ora messe in sicurezza; la vera e propria bonifica dell’area partira’ invece solo all’esito delle analisi di laboratorio.

 

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